venerdì 15 aprile 2016

"Il ritorno"- Romanzo- Scena 31


"Il ritorno"

Sophie cacciò le chiavi dalla borsa e scelse quelle della porta di casa e aprì. All'interno trovó tutto cosi come lo avevano lasciato, scaglie di vetro dappertutto, la scena era di quelle che che si vedono nei piu' terrificanti film horror hollywoodiani. Devastata, questo e' il termine piu' appropriato per descrivere la casa che Damian e Alice avevano costruito con tanto amore per far si che li crescesse la propria famiglia. Sophie poggio' le chiavi sul tavolo della sala da pranzo e si incamminò verso il bagno. Lasciò la porta socchiusa, tanto era da sola in casa. Si guardò allo specchio, rimase lì a fissarsi per circa dieci minuti, in silenzio, senza pensieri. Era stanca, molto stanca, aveva i capelli tirati in dietro in una lunga coda per garantirsi la comodità nell'assistere la sua adorata figlia. Girò la manovella della doccia nel verso dell'acqua calda, e subito il bagno si riempì di vapore denso. Si tolse le vesti e si mise immediatamente sotto il getto di acqua calda, nel silenzio risuonava il "fruscio" della doccia. Si blocco qualche istante con il volto sotto il getto, il caldo dell'acqua la rilassava. Chiuse l'acqua dopo una buona mezz'ora, si racchiuse all'interno di un grosso e morbido accappatoio di cotone bianco e si diresse in cucina. Sul parquet suonavano i suoi piedi nel camminare, nella dispensa trovò solo mezzo pacco di pasta, la cucinò. Dopo aver mangiato poggiò il piatto e le posate nel lavandino e si incamminò verso la camera da letto di Damian e Alice. Passando per la sala da pranzo vide da lontano le sue amatissime Lucky Strike, si precipitò a prendere il pacchetto, per sua fortuna c'erano ancora otto sigarette, ne prese una e se l'accese con il suo Zippo. Arrivò in camera e si lasciò andare sul letto, dopo pochi secondi una lieve cappa di fumo danzava per tutta la stanza. Sophie vedeva a fatica, il sonno la stava divorando, la stanchezza si faceva sentire. Nella sua mente girovagava sempre la scena di Sophie accerchiata dai medici che cercano di rianimarla. Un dolore atroce per una madre, immaginare che la sua bambina è stata praticamente "morta" per alcuni secondi, un dolore troppo forte. Tutto ciò pero era reso più sopportabile dal fatto che Alice era comunque ancora lì, sulla terra, non aveva abbandonato ne lei e ne sua nipote, sapva che comunque ora l'attendeva una lunga cura riabilitativa, ma tutto, col tempo, si risolve. Sophi si mise a fissare incessantemente il soffitto, incominciava a pensare anche a Damian che in quel momento si trovava in Vietnam a rischiare la vita. La piccola Sophiee si ritrovava quindi ad avere due genitori incerti riguardo alla loro, e alla sua vita futura. Iniziò a canticchiare una canzoncina che le ricordava il suo texas, sulle note di quella melodia, le palpebre gli si chiusero lentamente fino a sprofondare in un sonno profondo.
Passarono un paio di ore, gli occhi si riaprirono lentamente, davanti a se si ritrovóvil dolce viso angelico della sua nipotina Sophie che le stava sorridendo. Due secondi, il tempo di comprendere ciò che stava succedendo e subito si illuminò immediatamente anche il suo volto con uno splendido sorriso << Sophie piccola mia che c'è perche mi hai svegliato?>> La bambina continuava a sorridere senza un apparente motivo, strano, forse era ?solamente il sorriso innocente e ingenuo di una piccola bambina innocente. Sophie sentiva freddo, talmente tanto freddo che gli si gelava il sangue nelle vene, subito aprì un cassetto dell'armadio di fronte al letto per cercare una maglietta per coprirsi le spalle. Aprì il primo cassetto, vuoto. Aprì il secondo cassetto, vuoto. Il terzo, vuoto. Spalancò le ante dell'enorme armadio in ciliegio, vuoto. Sentì un sospiro caldo sul collo, si girò di scatto, Sophie era scomparsa, d'un tratto si sentì un fuoco dentro, non aveva più freddo, ma continuava ad avere la pelle d'oca. Fece un passo sul pavimento ghiacciato, incominciò a respirare affannosamente, il cuore incominciò le corse. Ripeté lo stesso gesto, un passo alla volta, lentamente, passo dopo passo, giunse alla porta,era spalancata. Sul suo volto si disegnarono diverse gocce di sudore,freddo, ghiacciato, la paura la stava per fare sua. Nella porta non si vedeva nulla, solo buio pesto. "Nonna! Nonna! girati!" di colpo la donna si girò, ma la bambina ancora una volta non c'era. "Nonna! Nonna! sono qua!" la voce proveniva dal buio della porta, continuava a ripetere "Nonna! Nonna!" Sophie si avvicinò di nuovo alla porta, la voce diventava sempre più forte, sembravano quasi grida. "Dimmi amore mio dove sei?" "sono qua Nonna, vieni" Sophie non sapeva se entrare in quel buio, ma l'amore per la sua nipotina ebbe il sopravvento. Fece il primo passo nel buio, con calma, aveva il volto lucido dal sudore. Allungò le mani nel buio, tentava nel nulla, ma non toccava niente, cercava l'interruttore sulla parete, la superficie della parete era calda e liscia. Niente, nessun interruttore, doveva calarsi nel buio più cupo. "Nonna!" si sentì ancora una volta pronunciare nel vuoto. "Eccomi, sto arrivando Sophie" La donna fece coraggio e si buttò nel buio completamente. Si sentì tirare la gamba. "Chi è!?!" Gridò l'anziana donna, il cuore pulsava sangue a più non posso. La paura la stava devastando. Alla sua domanda non rispose nessuno, "Sophie, dove sei?", ma ancora una volta non ebbe alcuna risposta. Sophie cominciò a tremare, il freddo era ritornato, il terrore la stava ghiacciando. "Nonna dai ti sto aspettando" Risuonò ancora una volta nel vuoto, i passi della donna diventavano sempre più veloci, quasi una corsa disperata che non giunge mai al termine. Disperata, la donna cominciò a piangere mentre i passi diventavano sempre più spediti, nel nulla. Decise di fermarsi per provare a tornare indietro, ma una volta voltatasi si accorse che la porta era scomparsa. "Dove cavolo sono" pensò preoccupata, davanti a lei si accese una luce improvvisa, illuminava la piccola Sophie che continuava a sorridere come poco prima nella camera da letto, ora però quel sorriso era piuttosto tenebre e continuava a terrorizzare l'anziana donna. "Sophie, finalmente, dove eri finita?", nessuna risposta.
Si svegliò di colpo, completamente sudata in volto, con il cuore che batteva all'impazzata e la pelle d'oca. Era stato solamente un incubo, un terrificante incubo che era riuscito a spaventare anche una donna della sua esperienza.