"Amici"
Il sole aveva appena iniziato a far
sentire la sua presenza sui volti dei militari, eppure erano già
pronti per continuare il cammino. Damian non aveva chiuso occhio
quella notte, pensando alla sua famiglia. Raccolsero tutti i loro
oggetti e si misero in cammino verso ovest. Il freddo gelido della
nottata stava via via lasciando spazio ad un terribile caldo umido,
percorsero circa 7 km prima di fermarsi in una sorta di villaggio che
si trovava nella boscaglia. Era composto da una decina di minuscole
'case' (se così possono essere chiamate), nelle strade correvano a
destra e sinistra bambini completamente pelle ed ossa ma felici.
Questo era l'altra faccia del Vietnam,
persone per bene che vogliono solamente vivere in pace, villaggi
composti da centinaia di persone che vivono ancora a contatto con con
la natura, sfruttando tutto quello che ha da offrire. Le donne
trasportavano enormi cesti pieni di frutta in testa, gli uomini si
davano alla caccia e al lavoro nei campi. Il gruppetto di soldati
capitanato da Damian entrò cautamente nel villaggio temendo la
reazione delle persone. Continuavano a passo lento, tutti gli occhi
erano su di loro, li fissavano tutti, e nessuno spiccicava una
parola. D'un tratto si avvicinò a loro un uomo dalla piccola
statura, pelle ed ossa anch'esso, aveva i capelli e la barba
completamente bianchi. Esclamò contro gli americani delle parole che
alle loro orecchie furono completamente incomprensibili. Damian si
distaccò dal gruppetto e si ritrovò faccia a faccia con quello che
molto probabilmente era il capo villaggio, con le mani cercava di
mostrargli la bandiera logora che portava sulla divisa e cercò di
far capire a quell'uomo chi fossero <<”siamo americani,
portiamo la pace, riesce a capirmi ?”>>. L'uomo fece uno
strano cenno ed esclamò delle frasi nella lingua locale . Dalle sue
spalle partì una ragazza. Capelli castani,occhi castani, fisico
'mangiato' dal lavoro, si fermò alla destra dell'anziano e disse
<<”Salve, benvenuti nel villaggio di Mikli-tai, perché
arrivate nel nostro qui ?”>>. Vedendo che quella
ragazza parlava l'americano abbastanza bene Damian fece un sospiro di
sollievo perché questo voleva dire che potevano comunicare le
proprie intenzioni benefiche senza problemi <<”Siamo soldati
dell'esercito americano, siamo qui di passaggio, io sono l'ufficiale
Scott questi sono i miei ragazzi, ci stavamo dirigendo verso il
nostro campo di ritrovo che dovrebbe essere a poca distanza da questa
zona, ripeto che non vogliamo far del male a nessuno”>> <<”Ah
siete americani...gli ultimi americani che sono passati di qui ci
hanno decimato lo sapete? Siamo sopravvissuti per miracolo, hanno
ucciso uomini,bambini e donne, senza alcuna distinzione, utilizzando
la stessa brutalità sia per l'uno che per l'altro. Siamo una civiltà
ospitale, cerchiamo sempre e comunque di accettare chiunque entri in
questo villaggio, ma voi “marines” ci avete cambiato, ci avete
insegnato che non si può essere gentili con chiunque, siete stupidi
credete che ogni singolo vietnamita abbia la testa rivolta alla
guerra … non è così”>> la ragazza iniziò a
piangere<<”Mio padre ...per essere ospitale con un americano
è stato ucciso, 14 colpi di un fucile gli hanno trapassato il corpo,
il tutto davanti a me, e ringrazio chissà quale Dio che mi ha
salvato la vita... noi non vogliamo essere come voi, ma dovete darci
una prova della vostra bontà e del reale perché voi siate qui”>>
<<”Siamo qui ,lo ripeto, solamente di passaggio, volevamo
solamente trascorrere la notte in questo villaggio, domani all'alba
ripartiremo. Non so chi sia stato a uccidere tutte queste persone,
chiunque sia stato, vi porto le più sincere scuse dall'America
...e..”>> <<”Ah lei crede che bastino delle scuse”>>
interruppe la ragazza <<” Crede sul serio che bastino delle
scuse a riempire il vuoto di un bambino senza padre, di una donna
senza il proprio marito, se questo è il vostro pensiero avete
sbagliato a fermarvi, prendete la vostra roba e proseguite per il
sentiero ...”>> <<”Non voglio dire che bastano delle
scuse, ma semplicemente che di certo non sono io il responsabile,
purtroppo non posso ridarvi indietro i vostri cari, dopotutto l'hai
detto proprio tu, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, come
esistono vietnamiti a sangue freddo e crudeli e vietnamiti che invece
lavorano dalla mattina alla sera per sopravvivere, esistono anche
marines che non guardano nessuno e uccidono chiunque e marines che
invece credono nel valore della libertà e cercano di portarla nel
mondo, io penso di appartenere ai secondi...Volevo proporvi un
patto”>> <<”Parla...”>> <<”Se noi ora
vi consegnamo tutte le nostre armi e le custodite fino a quando non
ce ne andiamo, ci lasciate riposare nel vostro villaggio almeno per
questa notte?Non penso che se avessi voluto uccidervi vi avrei
lasciato le armi ...”>> La donna si voltò verso l'anziano e
tradusse tutto quello che aveva detto Damian, l'uomo dalla barba
bianca si prese un secondo per rispondere, poi ricominciò a parlare
in quella lingua incomprensibile. La donna si girò verso i soldati e
disse <<”Visto che ci state dando prova della vostra buona
anima vi accettiamo nel nostro a patto che voi ci consegnate in
questo preciso istante tutte le armi che voi avete con voi, fatto
questo potrete rimanere quanto volete”>> Intorno si era
formato un cerchio umano composto da un centinaio di persone , tutte
in silenzio che ascoltavano il dialogo tra le due parti.
<<”Accettiamo”>> rispose Damian , che poi ordinò ai
suoi soldati di poggiare tutto a terra.
Christian Di Iorio
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