mercoledì 23 settembre 2015

Scena 28- Poi si vedrà- Romanzo

Scena 28



"Pericolo scampato"



Il primo dottore che si affacciò nella stanza aveva un viso giovane, occhi azzurri, capelli biondi, mascella scolpita, era accompagnato da cinque infermieri. Si chiamava Jonh Tyle, era stato uno dei più giovani a diplomarsi, conclusa la laurea aveva trovato subito lavoro. Era uno dei medici più rinomati di tutti gli Stati Uniti, apparso migliaia di volte su tutti i più importanti giornali di medicina, apprezzato anche dai colleghi più vecchi. Il dottore entrò nella stanza di fretta, con il camice che gli svolazzava intorno in stile mantello, sul quale era apposta una targhetta con sopra il suo cognome. Si rivolse alla madre di Alice dicendo<<”Signora mi dica cosa sta succedendo”>> <<”Dottore! Alice si sta svegliando!>> <<”Mi dia un secondo che le do un'occhiata, lei può accomodarsi fuori dalla stanza per cortesia ?”>> <<”Certo l'importante è che le dia un'occhiata immediatamente”>> <<”Certo, non si preoccupi, ci lasci lavorare”>> Sophie si incamminò velocemente verso l'uscita chiudendo la porta dietro di se.
Intanto anche il dottore Bendy si era svegliato e assisteva comodamente seduto dalla sua sedia a tutto l’operato del giovane collega senza dire nemmeno una parola, osservò tutto, da come si muoveva fino alle parole che aveva usato per far uscire Sophie, era uno scrutatore molto attento.
Il dottore si avvicinò al letto con sopra Alice e gli osservò attentamente gli occhi, si muovevano in continuazione, il loro movimento era strano, come se volessero comunicare qualcosa, d'un tratto si fermarono e Alice chiuse gli occhi. Il respiro si fece sempre più veloce, come il cuore che aveva aumentato in una maniera incredibile il numero di contrazioni al minuto. Qualcosa non stava andando nel verso giusto. Il cuore di Alice si fermò. Il dottor Bendy deglutì freneticamente quelle gocce di saliva che gli erano rimaste sulla lingua. Il dottor Tyle sobbalzò un secondo, poi ordinò ad un infermiere di correre a prendere un defibrillatore ma nella fretta si dimenticò la porta della stanza aperta. Fuori c'era Sophie che già da un po’ sospettava qualcosa perché si sentivano troppi rumori. Dalla porta l'anziana donna poté ammirare la scena bruttissima di cui stava facendo parte Alice. Il giovane dottore di corsa sbottonò la camicia da notte della paziente e inizio il massaggio cardiaco. Intorno a Alice si formò uno scudo di infermieri che assisteva e aiutava il massaggio cardiaco. Sophie, nel corridoio dell'ospedale , si inginocchiò di colpò, con le mani che coprivano il volto, stava accadendo tutto troppo velocemente, non aveva nemmeno il tempo di fare mente locale .
Il dottor Tyle afferrò di fretta il defibrillatore stacco le placchette di sicurezza poste sugli elettrodi e accese il defibrillatore. Sulla parte anteriore c’erano dueluci verdi se ne accese prima una e poco dopo si accese anche la seconda , il defibrillatore era pronto per la scarica. Il dottore fece allontanare tutti dal letto , compreso il respiratore elettrico dov’ era presente una bombola d’ossigeno che avrebbe potuto esplodere a contatto con la corrente elettrica. <<”3…2…1…VAI!>> arrivò la prima scarica. Il misero corpo di Alice sobbalzò leggermente per poi ricadere delicatamente sul letto. Avvicinò l’orecchio al petto ma il cuore ancora non aveva ripreso a battere, c’era bisogno di un’altra scarica. Di corsa riprese gli elettrodi e li riattaccò nella posizione consona, attese che si riaccendessero le due luci e rilasciò la seconda scarica, per la seconda volta la paziente sobbalzò e poi ricadde sul letto, questa volta quando il dottore riavvicinò le orecchie al petto sentì finalmente il battito del cuore, finalmente ce l’avevano fatta .
Sophie da fuori era rimasta senza voce e senza lacrime talmente tante le lacrime che aveva cacciato durante l’intervento disperato dei medici. Un infermiere si allontanò dal lettino e si diresse verso l’anziana donna <<”Signora ce l’abbiamo fatta”>>, il viso di Sophie si sollevò a fatica , affranta, <<”Grazie…”>>

mercoledì 19 agosto 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 27

"Amici"

Il sole aveva appena iniziato a far sentire la sua presenza sui volti dei militari, eppure erano già pronti per continuare il cammino. Damian non aveva chiuso occhio quella notte, pensando alla sua famiglia. Raccolsero tutti i loro oggetti e si misero in cammino verso ovest. Il freddo gelido della nottata stava via via lasciando spazio ad un terribile caldo umido, percorsero circa 7 km prima di fermarsi in una sorta di villaggio che si trovava nella boscaglia. Era composto da una decina di minuscole 'case' (se così possono essere chiamate), nelle strade correvano a destra e sinistra bambini completamente pelle ed ossa ma felici.
Questo era l'altra faccia del Vietnam, persone per bene che vogliono solamente vivere in pace, villaggi composti da centinaia di persone che vivono ancora a contatto con con la natura, sfruttando tutto quello che ha da offrire. Le donne trasportavano enormi cesti pieni di frutta in testa, gli uomini si davano alla caccia e al lavoro nei campi. Il gruppetto di soldati capitanato da Damian entrò cautamente nel villaggio temendo la reazione delle persone. Continuavano a passo lento, tutti gli occhi erano su di loro, li fissavano tutti, e nessuno spiccicava una parola. D'un tratto si avvicinò a loro un uomo dalla piccola statura, pelle ed ossa anch'esso, aveva i capelli e la barba completamente bianchi. Esclamò contro gli americani delle parole che alle loro orecchie furono completamente incomprensibili. Damian si distaccò dal gruppetto e si ritrovò faccia a faccia con quello che molto probabilmente era il capo villaggio, con le mani cercava di mostrargli la bandiera logora che portava sulla divisa e cercò di far capire a quell'uomo chi fossero <<”siamo americani, portiamo la pace, riesce a capirmi ?”>>. L'uomo fece uno strano cenno ed esclamò delle frasi nella lingua locale . Dalle sue spalle partì una ragazza. Capelli castani,occhi castani, fisico 'mangiato' dal lavoro, si fermò alla destra dell'anziano e disse <<”Salve, benvenuti nel villaggio di Mikli-tai, perché arrivate nel nostro qui ?”>>. Vedendo che quella ragazza parlava l'americano abbastanza bene Damian fece un sospiro di sollievo perché questo voleva dire che potevano comunicare le proprie intenzioni benefiche senza problemi <<”Siamo soldati dell'esercito americano, siamo qui di passaggio, io sono l'ufficiale Scott questi sono i miei ragazzi, ci stavamo dirigendo verso il nostro campo di ritrovo che dovrebbe essere a poca distanza da questa zona, ripeto che non vogliamo far del male a nessuno”>> <<”Ah siete americani...gli ultimi americani che sono passati di qui ci hanno decimato lo sapete? Siamo sopravvissuti per miracolo, hanno ucciso uomini,bambini e donne, senza alcuna distinzione, utilizzando la stessa brutalità sia per l'uno che per l'altro. Siamo una civiltà ospitale, cerchiamo sempre e comunque di accettare chiunque entri in questo villaggio, ma voi “marines” ci avete cambiato, ci avete insegnato che non si può essere gentili con chiunque, siete stupidi credete che ogni singolo vietnamita abbia la testa rivolta alla guerra … non è così”>> la ragazza iniziò a piangere<<”Mio padre ...per essere ospitale con un americano è stato ucciso, 14 colpi di un fucile gli hanno trapassato il corpo, il tutto davanti a me, e ringrazio chissà quale Dio che mi ha salvato la vita... noi non vogliamo essere come voi, ma dovete darci una prova della vostra bontà e del reale  perché voi siate qui”>> <<”Siamo qui ,lo ripeto, solamente di passaggio, volevamo solamente trascorrere la notte in questo villaggio, domani all'alba ripartiremo. Non so chi sia stato a uccidere tutte queste persone, chiunque sia stato, vi porto le più sincere scuse dall'America ...e..”>> <<”Ah lei crede che bastino delle scuse”>> interruppe la ragazza <<” Crede sul serio che bastino delle scuse a riempire il vuoto di un bambino senza padre, di una donna senza il proprio marito, se questo è il vostro pensiero avete sbagliato a fermarvi, prendete la vostra roba e proseguite per il sentiero ...”>> <<”Non voglio dire che bastano delle scuse, ma semplicemente che di certo non sono io il responsabile, purtroppo non posso ridarvi indietro i vostri cari, dopotutto l'hai detto proprio tu, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, come esistono vietnamiti a sangue freddo e crudeli e vietnamiti che invece lavorano dalla mattina alla sera per sopravvivere, esistono anche marines che non guardano nessuno e uccidono chiunque e marines che invece credono nel valore della libertà e cercano di portarla nel mondo, io penso di appartenere ai secondi...Volevo proporvi un patto”>> <<”Parla...”>> <<”Se noi ora vi consegnamo tutte le nostre armi e le custodite fino a quando non ce ne andiamo, ci lasciate riposare nel vostro villaggio almeno per questa notte?Non penso che se avessi voluto uccidervi vi avrei lasciato le armi ...”>> La donna si voltò verso l'anziano e tradusse tutto quello che aveva detto Damian, l'uomo dalla barba bianca si prese un secondo per rispondere, poi ricominciò a parlare in quella lingua incomprensibile. La donna si girò verso i soldati e disse <<”Visto che ci state dando prova della vostra buona anima vi accettiamo nel nostro a patto che voi ci consegnate in questo preciso istante tutte le armi che voi avete con voi, fatto questo potrete rimanere quanto volete”>> Intorno si era formato un cerchio umano composto da un centinaio di persone , tutte in silenzio che ascoltavano il dialogo tra le due parti. <<”Accettiamo”>> rispose Damian , che poi ordinò ai suoi soldati di poggiare tutto a terra.

                                                                   Christian Di Iorio

mercoledì 17 giugno 2015

Romanzo-Poi si Vedrà-Scena 26

Scena 26
"Falsa Visione"
 
Sophie non credeva ai propri occhi. Sua figlia finalmente si era svegliata da un coma durato, fortunatamente, solamente un giorno e una notte. <<"Alice! Finalmente amore mio! Ti stavamo aspettando! Come ti senti?">> disse l'anziana donna. Alice non rispondeva, muoveva solamente gli occhi. Sophie aveva capito che la figlia non si era svegliata del tutto, fu per lei come sbattere contro un muro di cemento in piena corsa. Lentamente Sophie allontanò le mani dal volto della ragazza e si riaccomodò al proprio posto sulla sedia al fianco del lettino, scioccata da quella triste notizia. Intanto le parole di Sophie avevano svegliato il dottore che ora stava sbadigliando vistosamente. Con una voce ancora carica di sonno domando alla donna <<"Signora, cosa è successo? Perché si è alzata di colpo dalla sedia?">> l'anziana signora però non lo degnò di risposta. Allora il dottore si mise autonomamente alla ricerca della risposta della sua domanda. Il suo sguardo si soffermò sulle palpebre di Alice che erano aperte e lasciavano intravedere i suoi meravigliosi occhi azzurri che ballavano da sinistra a destra alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. Il dottor Bendy si alzò dalla sedia, percepiva dolori in qualsiasi parte del corpo, dopotutto quelle sedie non erano il massimo del comfort, portò la sua faccia di fronte a quella di Alice e osservò quel povero volto immobile. Poi esclamò <<"Bisogna chiamare i dottori!">> di corsa si cimentò nel lungo corridoio che collegava tutte le stanze del reparto, dimenticandosi completamente di ogni tipo di dolore che aveva percepito poco prima.
Sophie intanto aveva fatto mente locale e cercava di parlare alla figlia <<"Alice...non so come dirtelo, sei diventata grande, ma resti pur sempre la mia bimba sorridente che gioca nel salotto con le bambole, sei ancora la bambina che mi ha regalato tante gioie, quella che ho cresciuto, quella che aveva la risata contagiosa. Poi, tra un giorno e l'altro sei cresciuta, ti sei trovata un ragazzo, in poche parole sei diventata una donna. E' arrivato il giorno del matrimonio con Damian, ed insieme ad esso Sophie, sei andata via di casa per vivere con la tua nuova famiglia, quella che tu avevi scelto e formato...beh, ora che sei su quel lettino, ora che non giochi più in salotto con le bambole, ora che sei la signora Scott, volevo solo dirti e ricordarti che io ti ho sempre appoggiato in qualsiasi scelta tu abbia fatto, anche quando ti ho chiesto di lasciare Damian, sappi che l'ho fatto solamente per il tuo bene, perché sei la cosa più importante che ho, e vederti in quelle condizioni, condizioni che ti ha portato purtroppo la tua felicità, mi rattrista il cuore, mi fa piangere, mi crea dolore immenso, anche se mi sento meglio pensando che le scelte che hai fatto le hai fatte tutte per la ricerca della tua personale felicità, che spero tu sia riuscita a raggiungere. Ora come ora non posso fare niente, posso solo assisterti e fare una miriade di preghiere al giorno, sperando che il miracolo stavolta tocchi a noi, che Dio abbia posato il suo sguardo benevolo qui, in questa stanza ...">> Il lungo monologo fu interrotto dal rumore dei passi della truppe di dottori che stava correndo per raggiungere la stanza di Alice che rimbombava nel lungo corridoio.

sabato 13 giugno 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 25

                                                            Scena 25
                                                       "Il bosco maledetto"
Il bosco era molto spesso perché i pini erano disposti molto vicini e quasi non lasciavano tralasciare la luce. Aveva smesso di piovere, il terreno era ancora molto umido e i vari ramoscelli,foglie e muschio formavano un fanghiccio putrido che lasciava slittare gli anfibi dei soldati . Stavano camminando da parecchie ore, il fogliame sparso a terra risuonava in uno scrocchio ritmico a ogni singolo passo di ogni singolo soldato. I militari camminavano nel silenzio e seguivano Damian in fila indiana tenendo gli occhi ben aperti a ogni più piccolo movimento che avvistavano dietro ogni cespuglio, poteva benissimo essere un vietnamita che si teneva nascosto. Per ora niente , era tutto tranquillo e la loro marcia continuava spedita verso la probabile salvezza. L'uomo che si era caricato il gruppo sulle spalle e lo stava portando avanti era l'Ufficiale Scott , il quale non mostrava la minima smorfia di dolore o sofferenza in viso. Il resto del gruppo invece sembrava già logoro moralmente e fisicamente. C'era chi zoppicava,d'altronde gli anfibi non erano le migliori scarpe per percorrere chilometri su chilometri, chi invece respirava affannosamente ,chi ogni tanto si piegava su se stesso divorato dai crampi allo stomaco e poi c'era chi teneva compagnia a Damian e si dimostrava consono a quella missione,ovvero il sotto-ufficiale Spike. Anch'egli non aveva un minimo accenno di stanchezza e procedeva spedito per la sua strada,dimostrando che le parole che aveva detto al suo nuovo compagno di avventura erano del tutto veritiere.
Il sole stava tramontando e allora Damian decise che forse era meglio fermarsi per qualche ora per rifiatare un po per poi riprendere il cammino verso l'accampamento <<”Ragazzi ci fermiamo per qualche ora , poi riprendiamo “>> esclamò l'Ufficiale, la notizia fu accolta da tutti da un lungo sospiro, era proprio quello che stavano aspettando. Cercarono di accendere un fuoco , per asciugare gli indumenti bagnati dalla pioggia, ma l'idea fu inutile dato il fango di fondo del bosco . Le ore e i minuti sembravano non passare mai in quella fitta vegetazione , gli alberi sembravano sussurrare qualcosa ogni volta che il vento li accarezzava , i soldati si erano distesi, per modo di dire, su dei lunghi tronchi di albero abbattuti ,forse, da qualche tempesta. Era l'unica cosa leggermente asciutta sulla quale dormire,si distesero tutti e poggiarono la testa su di un cuscino formato dalle foglie strappate dai cespugli, cercarono di dormire,ovviamente senza riuscirsi. Il tempo passava , la notte era arrivata e l'umidità insieme ad essa, ora faceva molto freddo,contrariamente a qualche ora prima  e gli insetti avevano ripopolato abbondantemente l'aria. Nel gruppo c'era già chi piangeva disperato e si tirava i capelli...beh, quello era solamente l'inizio...

venerdì 12 giugno 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 24

Scena 24
"Il risveglio"

Alice non vedeva nulla ma sentiva una leggera brezza che le accarezzava fievolmente il viso. La testa le faceva malissimo e aveva gli arti inferiori completamente addormentati . Gli arti superiori,invece,le suscitavano una sensazione abbastanza anormale che le creava disagio. Aveva le braccia allo stesso tempo doloranti ed addormentate ed era incapace di compiere alcun movimento. Era sdraiata,coperta da un lenzuolo, non riusciva a percepire cosa stesse accadendo e cosa ci fosse intorno a lei , vedeva solamente nero. Man mano alla memoria riaffiorava l'immagine che aveva visto prima che gli occhi gli si chiudessero, ovvero la sua mano e tutti i muscoli del suo corpo che si rilassavano lentamente .
Inaspettatamente davanti ai suoi occhi incominciò a farsi spazio una luce soffusa ,completamente offuscata, che si faceva largo tra il nero dei suoi pensieri.Questa luce definiva gradualmente le forme che circondavano Alice. Dopo un paio di minuti era tutto chiarissimo, si trovava nel lettino di un ospedale ,con una flebbo attaccata al braccio destro e un braccialetto con una serie di cifre . Al suo fianco c'erano, seduti su due sedie, sua madre e un uomo . Dormivano entrambi, l'uno appoggiato all'altro. Era l'unica paziente in quella stanza . Le veneziane delle finestre erano aperte per metà e lasciavano trapassare qualche raggio di sole che si poggiava sui letti di fronte a quello di Alice .La stanza era un tipico locale ospedaliero, aveva le pareti di colore bianco, c'erano due armadietti per posare gli indumenti e un comodino per appoggiarci i farmaci e varie cose . Il tutto puzzava di un mix tra farmaci e una sorta di odore di malattia stagnante,qualunque cosa metteva angoscia in quella stanza.
Alice vide che sua madre fece una smorfia in viso e tentò in tutti i modi di chiamarla , ma niente , nessun muscolo rispondeva ai suoi comandi . Riusciva ad emettere solamente gemiti . Una volta presa coscienza del fatto che non riuscisse a svegliare nessuno si arrese , dai suoi occhi cadde una lacrima che attraversò tutto il viso e cadde a terra . Non appena quella goccia toccò terra Sophie aprì gli occhi e si girò di colpo verso sua figlia che aveva gli occhi spalancati. Portò le sue mani sul volto di Alice ed esclamò <<"Dottore! Alice si è svegliata...">>.


domenica 7 giugno 2015

Romanzo-Poi si vedrà- Scena 23

Scena 23

"Finalmente al riparo"

Il cuore batteva all'impazzata , non rallentava , pulsava sangue a una velocità incredibile. Damian riprese a respirare dopo una decina di secondi di apnea , poi rimise lo sguardo sulla camionetta che doveva raggiungere , scrutò , la un ultima volta sul versante opposto per controllare se qualche nemico si fosse accorto della sua presenza , sembrava che nessuno lo avesse visto . appoggiò una mano a terra e accarezzò il terreno fangoso , piantò i piedi a terra , irrigidì i muscoli ,si stava preparando correre nella maniera più veloce possibile per raggiungere la copertura . Nella sua mente risuonava un countdown <<"10,9,8,7,6,5,4,3,2...1...">> D'un trattò si alzò e incominciò a correre il più veloce possibile ,il cuore ora era andato praticamente in tachicardia,il suo viso era attraversato trasversalmente da gocce d'acqua miste a sudore e lacrime, attorno a lui era tutto sfumato, ma lui correva, correva e non pensava nulla , voleva solamente raggiungere il sicuro , pregava Dio che nessuno lo avesse visto .Raggiunse finalmente la mai cosi tanto amata camionetta e si accovacciò al fianco di Spike . Aveva il fiatone ,ansimava fortissimo ,forse quello era lo sforzo più grande che aveva prodotto in vita sua . Le gambe tremavano , come se chiedessero un po di tregua , il cuore finalmente batteva con normalità. Damian guardo in faccia Spike , gli sguardi si incrociarono e rimasero fissi per alcuni secondi , poi il sotto-ufficiale poggiò la mano sulla spalla di Damian e esclamò <<"Noi ce la faremo, non si preoccupi...">> Damian non rispose ,rimase li fermo , quasi piangeva , voleva tornare a casa , quell'inizio era stato tragico, il pensiero di non farcela ora era diventato un macigno che schiacciava i pensieri di Damian e non li lasciava respirare .
Il Vietnam stava vincendo almeno per ora .
Ora però bisognava scappare da quell'inferno non era il momento di piagnucolare su se stessi , ormai erano li , e dovevano restarci ancora per un bel po. Damian , da gran condottiero che era prese allora in mano la situazione . <<"Ragazzi procediamo verso est, li dovrebbe esserci l'accampamento americano ,andiamocene da questa merda di posto ">> Damian si si appoggiò con la schiena alla camionetta , poi scorse leggermente il viso , dalla parte opposta c'era solamente un vietnamite , bisognava mettere al sicuro tutta la zona del loro passaggio per evitare altre perdite . Damian controllò il fucile, era carico , caccio la canna la poggiò sul cofano, mise le dita sul grilletto . Una goccia d'acqua attraverso tutta la sua fronte e arrivò sul naso, poi cadde a terra senza fare rumore . Aveva il viso umido , poggiò l'occhio sul mirino e spostò la mira sul vietnamita che non lo aveva visto.Ingoiò quel poco di saliva che gli era rimasta in gola , incominciò a respirare profondamente , non sentiva più il battito del cuore , era concentrato. Dal suo M-16 partì una raffica di colpi che colpi l'uomo sul petto , che cadde prima in ginocchio, quasi per chiedere pietà, poi cadde a pancia a terra senza emettere il minimo sibilo. Damian alzò lo sguardo dal mirino e si incamminò accovacciato e lentamente verso gli alberi , che lo avrebbero condotto all'accampamento, <<"seguitemi">> esclamò. Gli statunitensi si avviarono dietro Damian , coprendogli le spalle . Entrarono nel bosco , sentendosi finalmente leggermente più al sicuro .

mercoledì 3 giugno 2015

Romanzo-Poi si vedrà-scena 22

Scena 22
 
"Sangue glaciale"
 
Tra il silenzio assordante della stanza si faceva spazio il rumore continuo dei passi svelti dei medici.
Alice intanto non si era mossa di un centimetro e rimaneva ferma e gelida li a terra , senza muovere un muscolo. Sophie era rimasta scandalizzata , era diventata quasi più pallida della ragazza a terra , tutto il caos che avevano creato i soccorritori le era passato in secondo piano, non sentiva più niente , nella sua testa risuonavano costanti solamente le parole dette pochi secondi fa dal dottor Bendy, era ammutolita , aveva perso le parole ,e forse, anche una figlia .
Intanto intorno ad Alice si era creata una confusione non indifferente , cinque dottori la toccavano e le controllavano bocca, pupille e polso in continuazione , cercando di capire da cosa derivasse simile reazione .Fortunatamente , almeno per ora, il polso manteneva un battito abbastanza stabile. Il dottor Bendy conosceva tutti i soccorritori , gli dava del tu e li chiamava per nome <<"James passami lo sfigmomanometro">> di corsa il medico-dottore si fiondò nel borsone e recuperò il prima possibile lo strumento chiesto dal dottore .Il signor Bendy li misurò la pressione arteriosa, aveva dei valori molto bassi , bisognava portarla in ospedale immediatamente per evitare che la situazione peggiorasse, diede ordine a due infermieri di prendere la barella in ambulanza e di caricarci su il corpo della giovane ragazza . Subito dopo aver dato l'ordine il dottore si alzò da terra e si diresse verso Sophie , l'abbracciò come se si conoscessero da sempre, in quei casi non contava ne parentela e ne amicizia .
Avvicinò la bocca all'orecchio dell'anziana donna e gli sussurò a voce quasi nulla <<" Signora, sua figlia deve essere portata in ospedale immediatamente per farle degli accertamenti il prima possibile ..non si preoccupi provvederò io stesso a salvaguardarla ...">> Il dottore spalancò gli occhi, la donna incredibilmente non aveva fatto una piega , ne piangeva e ne urlava , era quello il famoso sangue freddo di Sophie , il saper mantenere la calma anche nei casi più disperati , ora , per esempio , vedeva portarsi via la figlia svenuta , senza sensi, esanime, eppure lei era li e non produceva smorfia perché sapeva che quella era la scelta giusta da fare per la figlia e mettersi a piangere avrebbe solo fatto perdere tempo al dottore . Sophie girò lo sguardo verso il signor Bendy ed esclamò <<"Si, non si preoccupi , portiamola il prima possibile in ospedale , se vogliamo salvarla ">>. L'uomo, sorpreso dalla freddezza della matura donna che si trovava davanti , annuì distratto cercando una spiegazione . Era stranissimo , una madre che vede la figlia che ha cresciuto a terra circondata da dottori , in un lago di sangue per di più, non aveva mosso ciglia , i solchi rugosi rimasero scavati nelle posizioni immobili .
I medici caricarono Alice sulla barella e la trasportarono in ambulanza di corsa , chiusero le porte del mezzo di soccorso e diedero luce alla sirena, misero in moto e sgommando si diressero in ospedale .
Intanto Sophie afferrò la nipotina che piangeva per mano e disse al dottore <<"Signor Bendy ci accompagna in ospedale per cortesia ?" ,il dottore si riprese dal suo lungo ragionamento e rispose <<"Certo , accomodatevi in macchina vi ci porto subito ">>. 
Le portiere della macchina si chiusero in men che non si dica , immediatamente l'automobile si mise in fila indiana dietro l'ambulanza ,diretta anch'essa in ospedale.
Intanto a casa Scott regnava il silenzio , schegge di vetro sorvegliavano la casa da tutte le angolazioni, il sangue di Sophie era accarezzato alternativamente dalla tenda del balcone che si alzava o si abbassava a seconda del vento, disegnando altre gocce sul pavimento con l'anima di Alice .
Sembrava calma quella stanza , ma era in realtà, dominata da un caos di emozioni che l'aveva lasciata orfana solamente pochi secondi fa ,rimanendo in religioso silenzio si udiva ancora l'eco disperato delle urla della povera ragazza. Damian,a migliaia di chilometri da casa , neanche immaginava tutto quello che la sua partenza aveva causato . Stranamente però , entrambi camminavano all'ombra della morte , entrambi ne avevano sentito il profumo , forse collegati da uno stesso destino, forse collegati da un filo, indissolubile, che li guidava entrambi , a dimostrare che, anche se erano distanti innumerevoli chilometri , quei due , Alice e Damian, anzi le anime di Alice e Damian , camminavano insieme, sfidando il destino, mano nella mano .
 
Buona lettura                                                                                            Christian Di Iorio

domenica 31 maggio 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 21- L'aria si fa pesante

Scena 21
"L'aria si fa pesante"
 
 
Il corpo di quel povero soldato era immerso in una pozzanghera di sangue , disteso a terra era rivolto col capo verso Spike , tutti trattenevano il respiro , come sottofondo risuonavano i rimbombi dei colpi di piombo che bucavano l'aria , Damian si riprese quasi immediatamente <<"Dai, andiamo ! Onoriamo il nostro paese e le nostre famiglie !">> tutti annuirono decisi e tutti accovacciati si diressero verso un conteiner poggiato li , vicino all'uscita dell'aereo. Damian disse <<"Tutti fermi , do uno sguardo e decidiamo il da farsi">>, con la testa si sporse leggermente al lato . Si trovavano nel bel mezzo di una guerriglia , c'erano soldati che cercavano di passare da una parte all'altra per trovare rifugio tra gli alberi, ma puntualmente venivano abbattuti non appena mettevano piede allo scoperto . Cadevano a terra senza vita , i colpi erano innumerevoli , non si capiva da dove arrivassero , era una pioggia di piombo che continuava a cadere ininterrottamente , senza pietà traforava i cuori di decine, centinaia, migliaia di persone al minuto . Quei corpi scivolavano a terra come sacchi vuoti d'anima. Damian deglutì , era una scena angosciosa , migliaia di soldati  che cercavano rifugio che venivano abbattuti da cecchini come se fossero a caccia, morire alla ricerca di salvezza , non c'è cosa più brutta , la sensazione incompleta di essere riusciti a scamparla, chiudere gli occhi con la coscienza di non esserci riusciti , niente di più deplorevole.
Damian si strofinò gli occhi con forza , fece un lungo sospiro poi si girò verso i suoi compagni e disse <<"La situazione è tragica ragazzi, li fuori c'è gente che gioca al tiro al piattello con noi... ho notato che sulla destra a un duecento metri da noi ci sono degl'alberi che molto probabilmente ci forniranno il riparo e ci permetteranno di addentrarci nella foresta, attenzione massima , siamo in un luogo in cui la sfida della vita è più paurosa della morte...Spike guarda, alla nostra destra c'è una camionetta abbandonata , cerchiamo di raggiungerla ok ?">> Spike annuì e incominciò a camminare lentamente passando di fronte a Damian . Il sotto-ufficiale portò l'M16 alla spalla e fece esplodere quattro colpi che uccisero un Vietnamita che si trovava vicino alla camionetta ma che ancora non aveva fatto caso agli americani. Continuò il suo cammino verso la camionetta continuando a tenere il fucile sull'attenti , arrivò al sicuro e si accovacciò , lo seguirono tutti. Arrivò il turno di Damian , era l'ultimo a dover raggiungere . Il tempo di poggiare un piede al di fuori della copertura del conteiner e il suo campo visivo fu attraversato da un proiettile .Ebbe tutto il tempo di guardare il proiettile passare a pochi centimetri dalla sua faccia .Il colpo di fucile gli sfiorò il viso , gli si ghiacciò l'espressione , smise di respirare per una decina di secondi , il tempo di capire che la morte gli era passata a fianco, forse quello era un segno del destino benevolo , forse il destino era dalla sua parte...oppure, molto più probabilmente, quello era un segnale che gli stava lanciando la morte , che da li a poco ,forse , gli avrebbe fatto visita .


Christian Di Iorio


sabato 2 maggio 2015

Romanzo-poi si vedrà-Scena 20

Scena 20
"Un forte inizio"
Le due Sophie giunsero davanti la porta di casa . Le finestre erano aperte stranamente , ma non si udivano rumori nelle circostanze , forse Alice era uscita .
La nonna sfilò le chiavi dalla borsa nera e le infilò nella serratura . Bastò dare un giro e la porta si aprì quasi immediatamente. Non appena mise piede in casa notò che qualcosa non andava perché a terra c'erano dei frammenti vetro che provenivano molto probabilmente dal salotto. Sophie fece in avanti e si accorse che disteso a terra c'era un corpo di una donna con i capelli ricci , era Alice. La donna aveva dei frammenti di vetro nei capelli, il viso era pallido , sulla faccia si disegnavano ancora le strade delle lacrime che però si erano quasi asciugate del tutto. La bambina era andata in cucina e ancora non aveva visto la madre distesa a terra. Alice respirava a fatica, non appena si accorse che quella distesa li a terra era sua figlia Sophie chiamò di corsa il pronto intervento , dopo di ché si fiondò sul corpo quasi senza vita di Alice .L'afferrò per le spalle e la scosse violentemente per farle riprendere conoscenza , urlava il suo nome che rimbombava in tutto il silenzio della casa <<"Alice ! Alice !>>, ma niente non si riprese il respiro sembrava quasi non esserci più. Sophie non sapeva cosa fare , appoggiò delicatamente la testa di sua figlia a terra e uscì fuori per chiedere a qualcuno. Fortunatamente, a due case di distanza abitava un medico , il dottor. Bendy , l'unica speranza era che Sophie lo trovasse in casa . Spalancò la porta di ingresso e uscì fuori gridando <<"Aiuto , mia figlia sta male >>" mentre correva a fatica .  Arrivo difronte la casa del dottore ,si vedeva che era di una persona importante , era maestosa e aveva un giardino bellissimo . Sophie entro nella stradina che portava alla porta d'ingresso, la strada era fatta di ciottoli e mentre stava correndo Sophie scivolò e cadde rovinosamente . Ma non si fermò , si alzò di fretta e continuò la corsa , arrivo alla porta e suonò al campanello , il quale aveva una strana forma di un leone con una spada che gli usciva dal petto , molto probabilmente era di bronzo, si intuiva dal colore. La risposta non tardò, mentre i cani che aveva nel giardino incominciarono ad abbaiare dal retro uscì un uomo , con una folta e lunga chioma grigio cenere , aveva una camicia bianca sbottonata fino al petto che lasciava intravedere il corpo curato .Molto probabilmente si stava rilassando. Non appena udì la voce della donna si precipitò immediatamente da lei <<"Signora, cosa le serve ?">> Sophie rispose <<"Dottore !Dottore ! deve correre assolutamente a casa di mia figlia perché è svenuta!">> L'uomo spalancò gli occhi <<"Un secondo che arrivo nello studio , prendo il borsone e arrivo ">> Il dottore si precipitò velocemente all'interno della sua e ne usci con il borsone medico . I due si misero a correre, Sophie aveva ancora il fiatone per la corsa precedente e rallentava , il dottore nonostante l'età avanzava invece correva come un ragazzino. Arrivò prima il dottore che non appena mise piede in casa schiacciò qualcosa con il piede e lo frantumò , accortosi del rumore sollevò il piede e notò che era un frammento di vetro, come era circondato da frammenti di vetro che sembravano provenire dal salone . Con due lunghi passi si fiondò alla porta del salone , rimase pietrificato. La scena era drammatica, c'era una donna distesa al suolo che galleggiava in un lago di sangue e lacrime, circondata da frammenti di vetro di tutte le dimensioni , al suo fianco c'era  una fotografia che ritraeva una famiglia felice , molto probabilmente era la famiglia della donna . Il dottore si mise immediatamente all'opera sul corpo di Alice , le controllo per prima il polso che fortunatamente batteva ancora , poi controllò la ferita che si era procurata dietro la nuca cadendo , era una grossa ferita <<"Signora mi procuri una benda immediatamente ">>Sophie  che era appena arrivata si rimeise a correre per procurargli la benda che aveva chiesto . Ci mise circa trenta secondi poi tornò dal medico. Il dottore gliela strinse intorno alla testa per fermare la fuori uscita di sangue. Si alzò da terra e domandò <<"Signora , ma sua figlia per caso ha subito qualche pesante stress nell'ultima settimana ?">> Sophie rispose <<"Nell'ultima settimana no , ma due mesi fa o poco più il marito è partito per il Vietnam e lei non l'ha presa molto bene ...">> Il dottore spalancò gli occhi <<" Due mesi ? Di solito quando si verificano questi svenimenti improvvisi sono dovuti di solito allo stress accumulato in pochi giorni , ma se sono già due mesi che non subisce alcun tipo di stress , allora potrebbe essere anche ...">> Sophie gli urlò quasi contro <<"Potrebbe essere anche !?Concluda la frase, la prego  ">> Il dottore alzò lo sguardo dal corpo di Alice, si strofinò gli occhi , fece un lungo respiro profondo , poi guardò Sophie e disse <<"Se sono già due mesi questo svenimento dovuto ad un inizio di depressione che , per essere un'inizio , è già abbastanza forte quindi speri che non sia la depressione , altrimenti più andrà avanti e più sarà dura...">> .
Dalla porta spalancata , intanto, entrava il suono delle sirene dell'ambulanza che era quasi arrivata a destinazione , intanto nella stanza era calato un silenzio assordante...

Buona Lettura                                                                                             Christian Di Iorio

giovedì 30 aprile 2015

"L'essenziale"

"L' essenzialismo che affligge la società moderna è un 'falso' essenzialismo, perché l'essenziale al giorno d'oggi è essere felici, ma per essere felici non ci basta l'essenziale ..."

Christian Di Iorio

lunedì 27 aprile 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 19

Scena 19
"Benvenuto di piombo"

Gli occhi si aprirono lentamente , rimase quasi accecato, poi mise a fuoco la scena che aveva attorno.
Damian si stiracchiò , i muscoli si erano intorpiditi quasi completamente. Il ragazzo che era al suo fianco era scomparso , sul sedile aveva lasciato solamente una foto, nella quale erano raffigurati un uomo e una donna con al centro tra i due un bambino magrolino. Molto probabilmente erano i suoi genitori e quello che era al centro era lui. Mentre stava guardando lo scatto sentì una voce che gli diceva <<"Quella è la mia famiglia , mio padre Still e mia madre Amanda , quel ragazzino insignificante al centro sono io ... mi rimane solamente questa fotografia, mio padre è stato trovato morto in un garage, mia madre è morta due anni dopo la scomparsa di mio padre . Dopo aver superato questo brutto "ostacolo" ,se così si può chiamare, sono andato a vivere dai miei zii Sam e Jane , loro mi hanno cresciuto ed educato come fossi realmente suo figlio,mi hanno dato tutto l'amore di cui avevo bisogno ...ma ovviamente il mio cuore non è completo , non è mai stato più completo dalla morte di mio padre , le lacrime ,le urla a squarciagola , le notti insonni , sono tutte realtà che mi hanno accompagnato fino ad oggi e che mi accompagneranno per sempre , vado in guerra tranquillo perchè se mai dovessi morire raggiungerei la parte mancante del mio cuore ...">> Damian era rimasto a bocca aperta <<"Senti ...Spike ,se posso darti del tu ,sono rimasto senza parole, non sapevo che ...all'apparenza sembravi un ragazzo imbambolato che credeva di giocare con i giocattoli quando maneggiava un fucile e che credesse che la guerra fosse un giochino da ragazzi , ma dopo questo discorso devo ricredermi ... ">> Rimase qualche secondo di silenzio poi aggiunse <<"Ragazzo dove sei stato ?">>
Il sotto-ufficiale rispose <<"Signore so...">> <<"Chiamami Damian ,non signore , non ti preoccupare ...">> Lo interruppe Damian. Spike continuò <<"Damian , sono stato nella cabina del pilota ... dieci minuti e atterriamo , si prepari" .
Dal finestrino si vedevano le nuvole cariche di pioggia nelle quali stavano volando, una voce gracchiante dall'altoparlante esclamò <<"Signori stiamo per iniziare le manovre di atterraggio , controllate tutti le citure di sicurezza gentilmente , l'atterraggio potrebbe essere molto difficile ">>
Tutti i passeggeri controllarono le cinture , e afferrarono saldamente il sedile con entrambe le mani.
Il pilota dell'aereo iniziò l'atterraggio, il mezzo si chinò leggermente verso il basso e piano piano uscì dalle nuvole. Lo spettacolo  era terrificante , le pioggia ora bagnava l'aereo che brillava sempre di più della luce dei proiettili . L'aereo atterrò , i proiettili lo colpivano in pieno con delle raffiche infinite . Il pilota ebbe a malapena il tempo di aprire il portellone posteriore del mezzo , poi fu trapassato da tempia a tempia da un proiettile che spaccò il vetro della cabina .
I soldati si affacciarono dal portellone ,ai loro occhi si presentava una scena che aveva dell'incredibile , pioveva e la pioggia cadeva sul fango simulando le traiettorie dei proiettili , i lampi squarciavano il cielo in due, nell'aria si respirava puzza di morte , i cadaveri abbracciati dal fango rossastro erano centinaia , una cosa era chiara ; erano atterrati nel bel mezzo di una guerriglia, se il vietnam si presentava così ... la morte camminava sotto braccio con le loro anime .
La situazione non era semplice , insieme ai 14 militari erano partiti anche alcune armi . Vicino al portellone c'era un grosso cassone con sopra scritto "M16", quel nome non lo aveva mai sentito nessuno,molto probabilmente era qualche nuova arma che stavano mandando dagli Stati Uniti. Damian con un colpo secco aprì la cassa e i pensieri si rivelarono esatti , nella cassa c'erano un gran numero di fucili , mai visti prima . Era un fucile d'assalto , aveva un caricatore STANAG da 20 colpi e un mirino a palo poggiato sulla fine della canna e , ultima cosa , era un fucile molto leggero .
I 14 soldati si armarono con un fucile a persona , si guardarono tutti negli occhi  prima di scendere in battaglia , avevano tutti la fronte bagnata dal sudore e dalla pioggia. Si disposero tutti in fila indiana con il volto rivolto verso Damian che mentre gli camminava di fronte disse <<"Signori, soldati , ma soprattutto uomini , padri di famiglia , mariti... siamo giunti in Vietnam , questo paradiso di piombo non è un luogo molto piacevole , qui ci vogliono gli attributi , qui si vedono gli uomini , avete un fucile tra le mani, andate li fuori con la consapevolezza che qui ognuno di noi deve sopravvivere , ognuno di noi deve riabbracciare i propri figli ..." il discorso fu interrotto da un proiettile che sibilò nell'aria e colpì il soldato alla destra di Spike , il soldato cadde a terra. Quello era il segnale che bisognava stare attenti , quello era il segnale che la guerra li aspettava , quello era il benvenuto che gli aveva riservato il Vietnam.  

Buona Lettura                                                                                     Christian Di Iorio

venerdì 24 aprile 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 18

Scena 18
"Quasi arrivato"

Damian uscì con passo svelto dall'ufficio del generale, percorse il corridoio che portava all'uscita e uscì dalla caserma . All'esterno della caserma c'era una camionetta militare che caricava tutti coloro che dovevano partire per il Vietnam quel giorno . Damian si avvicinò allo specchietto dell'autista e gli domandò <<"Questa è la camionetta per il Vietnam">> L'autista annuì. Si di resse sul retro , dove c'era l'entrata e si accomodò sul sedile laterale. L'interno del "taxi", se così si può chiamare era già pieno di militari , Damian era l'ultimo , infatti non appena salì la camionetta partì.
Difronte a lui c'erano sette militari di diverso grado , alla sua destra c'è n'erano altri sei , erano quattordici in tutto e avevano un destino comune. Avevano tutti lo sguardo basso e nessuno osava pronunciare una parola , tra i sedili si sentiva solo la canzone che proveniva dalla radio , era dei "The Monkees". 
Il viaggio durò circa venti minuti, poi giunsero all'aeroporto militare di Washington dove c'era un aereo che li stava aspettando. Scesero dalla camionetta e in fila indiana salirono sull'aereo. I sedili erano da due posti , Damian capitò insieme ad un Sotto-ufficiale che si chiamava Jack Spike . Tutti guardavano fuori dai finestrini , guardavano la loro patria , la loro terra , forse per l'ultima volta.
L'aereo era un Douglas C-124 Globemaster II o meglio soprannominato "old Shakey" , un mezzo da trasporto pesante . All'interno era inquietante perché l'aereo era vastissimo e in quella grandezza risuonava un silenzio tombale , tutti i militari erano con le foto delle loro rispettive famiglie in mano e c'era chi piangeva e chi invece sorrideva , reazioni diverse, ma stesso dolore .
Damian appoggiò il capo sul poggiatesta e cercò di prendere sonno , ma il suo compagno di sedile lo interruppe domandando <<"Da quello che vedo sulla divisa lei deve essere l'ufficiale Scott giusto ?">> Damian aprì gli occhi e rispose<<" Si, sono io lei è ?">> il militare si presentò <<"Piacere , Sotto-ufficiale Spike ">> Il militare sembrava essere un ragazzo , aveva i capelli biondi , gli occhi marroni e aveva un viso lungo e sottile . <<"Quanti anni ha ?">> Il ragazzo sorrise e disse <<" Sono giovane , forse il più giovane che c'è su questo aereo , ho 28 anni ">> Damian sorrise<<" Wow ... hai ventotto anni e già vuoi farti uccidere?">> Il sotto-ufficiale rispose <<"No , mica voglio morire , io voglio semplicemente combattere per un mondo migliore ">>. Il pensiero di quel giovane ragazzo sembrava essere quasi infantile , forse non capiva la difficoltà della missione. Damian si girò dall'altro , poggiò di nuovo la testa sul sedile e disse <<"Senti ragazzo , io sono stanchissimo , devo dormire un po se non ti dispiace ">> <<"Non si preoccupi faccia pure ">> rispose il militare.
L'aereo decollò tranquillo , quasi non si accorsero di quando prese quota . Gli Stati Uniti diventavano sempre più piccoli visti dal finestrino dell'aereo , il volo sarebbe dovuto durare circa sei ore.
Intanto i soldati nell'aereo avevano preso confidenza l'uno con l'altro, incominciava a sentirsi qualche voce , avevano incominciato a fare amicizia , stavano creando una nuova famiglia , ed era meglio così dato che forse la loro non l'avrebbero vista più.

Buona Lettura                                                                                    Christian Di Iorio

lunedì 20 aprile 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 17

Scena 17
"La foto"

Erano passati due mesi e Alice aveva messo in secondo piano la partenza di Damian per dedicarsi alle faccende domestiche e per passare un pò di tempo insieme alla madre e alla figlioletta .
Tutto filava liscio, durante i giorni che precedevano la partenza di Damian aveva perso tre chili , ma ora aveva recuperato tutto e ne aveva messi altrettanto, Sophie giocava e scherzava in continuazione con la mamma e sorrideva dalla mattina alla sera facendo gioire un po tutti. Il sole era tornato a splendere in casa Scott , la mancanza di Damian si sentiva , ma quello che c'era in più era l'ottimismo che c'era nell'aria , Damian aveva detto delle parole prima di partire <<"Ovvio che ritornerò ...">> quelle parole risuonavano nella testa di Alice dalla mattina appena si svegliava fino a quando non andava a dormire la sera . Anche se ormai quelle parole si erano trasformate in un conforto perché Alice aveva incominciato a sperare e a credere realmente che Damian fosse riuscito a ritornare sano e salvo dal Vietnam.
Sophie sembrava non aver accusato più di tanto la partenza del padre, forse grazie al suo inconscio infantile , anche se ogni tanto esclamava la parola "papà..." mentre dormiva , ma niente di più. La madre di Alice invece guardava finalmente la figlia sorridere ogni tanto e buttarsi alle spalle la partenza del marito.
Erano circa le due di pomeriggio e Alice stava passando l'aspirapolvere nella sala da pranzo , notò che un raggio di sole attraversava il vetro del balcone e andava a riscaldare una foto appoggiata su un mobile, che ritraeva Damian e Alice sorridenti il giorno del matrimonio. D'un tratto Alice sentì una fitta incredibile allo stomaco , talmente forte che fu costretta ad inginocchiarsi e appoggiare le mani sul mobile con lo sguardo fisso al suolo , con il respiro affannoso , gli era venuta la pelle d'oca all'improvviso , la testa le girava incredibilmente, la gola le bruciava , non riusciva a parlare, dalla bocca gli usciva una voce leggerissima , quasi nulla . Cadde con la schiena a terra e con le mani strascinò via tutto quello che era sul mobile , la cornice con la foto cadde a terra e si sgretolò in mille pezzi. Alice era ancora una volta sdraiata a terra, supina , con le braccia distese a formare un angolo di 90° col corpo , gli occhi aperti che fissavano in maniera inquietante il soffitto , la bocca semiaperta ,tremava tutta . Il folletto era rimasto acceso , ma lei non sentiva niente , era come se si fosse isolata da tutto , il suo cervello gli stava giocando brutti scherzi , sentiva la voce di suo marito come se la stesse chiamando <<"Alice , Alice sono Damian ,tuo marito, ">>. D'un tratto gli si materializzò davanti in divisa con un fucile in mano che gli diceva <<"Amore ... da quanto tempo , volevo sentirti per avvisarti che qua va tutto bene , la situazione è tranquilla non è come la descrivevano ...mah... che cazz...">> smise di parlare e si toccò la schiena con una mano , poi se la riportò davanti . Era completamente ricoperta di sangue , cadde in ginocchio davanti Alice, con gli occhi sofferenti , le labbra gli tremavano come se dovesse dire qualcosa ma non ci riuscisse , poi si distese con la pancia a terra . Attorno a Damian si allargò velocemente una pozza di sangue , era stato sparato ancora una volta alle spalle , alle spalle del militare si allontanava con un fucile in spalla una figura completamente nera , molto simile a quella del pescheto .
Alice ritornò in se , deglutì , aveva la gola arida ,  gli occhi gli bruciavano . Portò le mani al volto e si tirò i capelli poi urlò a squarciagola <<"Dio resettami ! Chiudimi gli occhi !Fammi benedire fai finire tutto oggi !">>  . Stava piangendo per l'ennesima volta ,stava sciacquando i capelli tra le sue lacrime, pensava di aver passato tutto il dolore , ma mentre era sdraiata li , a terra nella sala , capì che tutto quello che aveva passato era solo l'inizio , il brutto doveva ancora venire. Piangeva a dirotto , come un fiume in piena , era una scena straziante , una donna quasi uccisa dall'amore per suo marito .
Le due Sophie erano fuori , avevano approfittato della bella giornata per fare una passeggiata al parco tranquille .
Alice era sola , non si era mai sentita così sola . Cercò di rialzarsi aiutandosi appoggiando le mani al muro, ma non appena si mise in piedi le gambe gli cedettero subito e cadde nuovamente a terra rovinosamente , la testa colpì violentemente il suolo e tutto quello che era intorno a Alice si spense improvvisamente .
Era ancora una volta a terra ,incosciente , perdeva sangue e lacrime , perdeva amore e vita , il respiro continuava miracolosamente a resistere , il sole si era spostato sul corpo privo di sensi di Alice e lo teneva caldo. Sembrava morta , era ferma immobile a terra , da sotto il viso usciva sangue a fiumi misto a lacrime salate, le mani erano rilassate e avevano il palmo rivolto verso l'alto.
Sophie e la nipotina intanto erano al parco e si godevano la bella giornata di sole ...  sorridevano e scherzavano , ma purtroppo il sole sarebbe durato poco , molto poco. All'orizzonte si vedevano già le nuvole cariche di pioggia ...

Buona lettura                                                                              Christian Di Iorio 


venerdì 17 aprile 2015

L'estate sta arrivando

"Seduto sulla spiaggia , pantaloncini,t-shirt,scalzo , guardi il mare , ti godi le stelle che trattengono i colori della notte , il mare ti parla , ti consola , ti incoraggia quel suo rumore ripetitivo è stupendo , accompagna la tua mente in un viaggio dipinto dall'immaginazione , è una sensazione meravigliosa , senti la brezza che ti smuove i capelli,immagini tutto ció come l'eternità racchiusa in un battito di ciglia ,senti la felicità che ti affiora nel cuore , senti la "libertà" ,senti l'estate che sta arrivado ..."

Buona Lettura.                                                      Christian Di Iorio

giovedì 16 aprile 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 16

Scena 16
"Un generale paterno"

Damian scese dal treno con una valigia in una mano e l'altra nell'altra mano . Ad aspettarlo c'era un altro taxi , questo molto più pulito di quello che l'aveva accompagnato alla stazione. Si accomdò sul sedile posteriore destro dopo aver appoggiato le valigie nel portabagagli . I sedili erano molto più comodi , non erano rovinati e i finestrini erano talmente puliti che sembrava non ci fossero. L'autista del taxi era vestito in giacca e cravatta (si vedeva che era mandato dall'esercito). Non disse nemmeno una parola per tutto il viaggio ,ogni tanto rivolgeva lo sguardo nello specchietto per guardare ma niente di più . Arrivarono più o meno dopo una mezzoretta. La caserma era immensa , davanti all'entrata c'erano migliaia di militari che marciavano allo stesso ritmo di "Un - Duè" , il taxi si fermò proprio davanti alla porta di ingresso. Una volta sceso e scaricato i bagagli Damian si diresse verso i finestrini dell'autista , ma non appena Damian chiuse il portabagagli il tassista ingranò la marcia e se ne andò senza dire una parola . Di fronte alla caserma c'erano due grandi distese d'erba una a destra e una a sinistra adornate da due cannoni 90/53 datati 1939 usati nella seconda guerra mondiale , al centro poi c'era il vialetto che conduceva all'entrata.
Damian si sentì chiamare , si voltò e vide due uomini in divisa appoggiati alla porta di ingresso che sorridevano , uno aveva i capelli brizzolati , un naso particolarmente lungo e aveva una voce rauca , dai gradi che portava sulla divisa si comprendeva che era uno "Staff Sergeant" cioè un sergente di stato maggiore . L'altro aveva i capelli castani e cortissimi e non aveva nessun grado sulla divisa quindi era un "Cadet" e cioè un soldato semplice .La voce che aveva sentito era del sergente che lo stava chiamando a squarciagola e dopo il saluto di Damian rispose <<"Salve Ufficiale Scott , la stavamo aspettando , anzi, il Generale Mc Kennedy la stava aspettando , segua il soldato Morrison , la guiderà all'ufficio del Generale">>. Damian lo ubbidì e si mise alle spalle del soldato che cautamente lo accompagnò all'interno dell'immensa caserma fino all'ufficio di Mc. Kennedy, i due poi si salutarono e il soldato si dileguò fra le migliaia di divise che giravano in quella caserma. Damian si sistemò la giacca e la camicia , poi fece un sospiro profondo e bussò alla porta di legno di pino , sulla quale era affissa una targhetta con su scritto <<"Ufficio del generale Mc. Kennedy">>.
Dall'interno della stanza si udì un flebile <<"Prego">>. Aprì la porta, si ritrovò in una stanza grandissima , nella quale c'erano : una scrivania con sopra affissa la famosa "aquila" e una targhetta con il nome del generale . Sulla scrivania erano poggiate una bottiglia di whisky e uno di brandy con una fila di bicchieri vuoti a fianco . Sulle pareti erano appesi i vari attestati di merito e le medaglie che aveva guadagnato in anni e anni di onorata carriera , in più sulla parete che era alle spalle di Mc. Kennedy era affissa una enorme bandiera americana.
Il generale sembrò da subito ospitale <<"Si accomodi Ufficiale Scott la stavo aspettando con ansia , finalmente è arrivato . Si sieda su una sedia e prenda un po di whisky o un po di Brandy ... faccia un po come se fosse a casa sua , non si preoccupi">> .L'uomo era sulla cinquantina , sfoggiava una folta chioma già bianca per intero , molto robusto , aveva la divisa riempita da una ventina o addirittura una trentina di medaglie al merito. Sulla scrivania aveva una miriade di fogli tutti con la sua firma, erano convocazioni per il Vietnam.
Damian si versò mezzo bicchiere di whisky, si sedette difronte al generale e gli domandò<<"Signore, perché mi ha convocato qui da lei ? So che ovviamente riguarda la mia partenza per il Vietnam, ma perché farmi avere prima un colloquio con lei , cosa ha da dirmi in particolare ?">>. Mc. Kennedy sorrise , si alzò dalla sedia e si mise di spalle a Damian con il volto che guardava fuori dal balcone della stanza, poi affermò <<"Vede Ufficiale Scott, ha visto tutti quei soldati che marciavano all'entrata? Quelli sono stati tutti qui da me , indifferentemente dal grado. E sa perché ? Perché volevo spiegargli a cosa vanno incontro , perché forse questa potrebbe essere la loro ultima missione, perché forse potrebbero non rivedere più la loro famiglia . Molti , quasi tutti quelli che sono venuti da me e che sono stati seduti proprio li dove ora è seduto lei hanno pianto , le loro lacrime sono cadute proprio li dove ora poggia i piedi, ma dopo cinque minuti si erano ripresi , perché questa è la loro vita , imbracciare un fucile e combattere per la propria patria. Purtroppo c'è chi ritornerà e chi a malincuore vedrà la morte , ma questo è il prezzo da pagare per la pace nel mondo , purtroppo. Che cosa strana , per ottenere la pace cosa bisogna fare ? La guerra . Sa io non voglio spaventarla , o cose del genere ,anche perché lei ha già fatto varie missioni, ma lei sa a cosa va in contro ?">>. Damian era rimasto con il bicchiere vuoto in mano , il nervosismo e l'ansia per la missione gli avevano fatto bere il whisky tutto d'un sorso. Il generale sembrava avergli già dato l'estrema unzione , non glielo aveva urlato in faccia , ma gli stava chiaramente dicendo che quella sarebbe stata l'ultima missione per molti soldati , il Vietnam sembrava essere la casa ideale di satana .
Damian con voce ferma rispose <<"Signore , tutto quello che mi ha detto lei , me lo ripetono ogni giorno , col mestiere che ho scelto quasi tutti i giorni potrebbero essere il "mio ultimo giorno", ho lasciato la mia casa , con mia moglie e mia figlia di due anni che potrei anche non veder crescere se qualcosa vada storto, ma sa cosa le dico ? Personalmente mantengo le promesse , e ho promesso a mia moglie che l'avrei rivista in un modo o nell'altro ...">>. Il generale lo interruppe con una grossa risata <<"ahahhaha , guardi spero che non sia il giorno del suo funerale...">> Il viso di Damian non faceva una piega rimaneva fisso lo sguardo verso gli occhi verdi del generale che si fece subito serio e poi aggiuse <<" Allora Ufficiale Scott io glielo dico come un padre , vede,ricorda le missioni che ha fatto in passato ? Beh, il Vietnam non ha niente a che vedere con quelle , lei sta andando in un luogo dove vedrà la morte faccia a faccia tutti i giorni e dove vedrà morire i suoi compagni giorno dopo giorno, io cerco solo di avvisarla e di farle sapere a cosa va incontro ...tutto qua , non voglio farle nessuna parlantina o fargli credere cose che non sono vere , lei sta andando in guerra , nella guerra più violenta che io abbia mai visto ...">>. Damian non aveva mosso ciglio , rispose <<"Certo che lo so Signore , quando tornerò dal Vietnam passerò prima da qui per darle la mano , e raccontargli come è andata... ">>. Allungò la mano verso il generale che la strinse , poi si girò di spalle e dopo un <<"Arrivederci è stato un piacere ">> Uscì dall'ufficio, Mc. Kennedy rimase li che fissava la porta , era rimasto stupito dalla sicurezza di Damian , nessun soldato aveva dimostrato una freddezza e una sicurezza del genere , era rimasto meravigliato , quell'uomo andava in contro alla morte , ma era sicuro di vincerla .

Buona lettura                                                                  Christian Di Iorio

Allunghiamo un pò le parti!

Oggi ho preso la decisione di pubblicare delle scene un pò più lunghe. Quindi di conseguenza le scene del romanzo verranno pubblicate ogni due giorni .

Christian Di Iorio

mercoledì 15 aprile 2015

Romanzo-Poi si vedrà-scena 15

Scena 15
"Tutto si risolve per ora "

Le due si guardavano costantemente, Alice appariva a Sophie diversa , ormai era cresciuta , non era più la bambina di una volta , era diventata una donna . Sua figlia era diventata grande e ormai riusciva a prendere le decisioni che riguardavano la sua vita da sola , andando anche contro la volontà della sua amata mamma . Da una parte Sophie però era soddisfatta perché dalla risposta che gli aveva dato sua figlia aveva capito che era maturata abbastanza per sopportare il peso di un marito praticamente assente .Lo sguardo di Sophie piano piano si alleviò fino a far trasformare le sue labbra in una curva di dolcezza diretta verso Alice.
La tenera madre sollevò la mano destra e vi appoggiò il palmo sulla guancia di Alice e incominciò ad accarezzarla lentamente. Alice con quelle carezze tornò indietro nel tempo, la facevano ritornare a quando era bambina , a quando si sedeva , insieme alla madre, sulla poltrona difronte al camino. Su quella poltrona rimanevano per ore e ore , fino a quando Alice non si addormentava tra le braccia della madre che poi la caricava in braccio e la portava a letto.
Era il momento in cui le due riuscivano a conciliare il loro sentimento d'amore e trasformarlo in carezze , era semplicemente il momento più bello della giornata .
E quella carezza gli ricordava tutto, la faceva ritornare piccola. Si era distratta nello sguardo di sua madre e aveva dimenticato ciò che stava facendo . Ritornò in se stessa ,e mentre continuava a guardare la madre disse <<"Mamma , sono una donna ormai , ho una figlia ,ho sposato un uomo che amo follemente , e che amerò per sempre .Non me la sento di rovinare tutto ,preferisco soffrire un po , ma in fondo essere felice piuttosto che sentirmi meglio ora e poi soffrire in futuro ...">>. Sophie sembrava aver capito , annuì e rispose <<"Capisco Alice , dopotutto anche io non avrei lasciato mai tuo padre ,ormai sei una donna  , le decisioni riesci a prenderle da sola, sono io che pensavo di avere ancora una bambina che non capisce le situazioni in cui si trova , e poi hai dimostrato di tenere in maniera incredibile , e di avere una forza d'animo che in pochi hanno , io ti ho fatto quella proposta perché ti vedevo piangere in continuazione , cercavo un modo per farti stare meglio ,per farti sorridere un po, pensavo che questa potesse essere una soluzione , perché avendo un marito militare questa non sarà l'ultima volta che Damian partirà, pensavo che non avessi la forza d'animo per sopportare una situazione ... ma a quanto pare mi sbagliavo ...">>. Alice riempì lo sguardo di gioia , abbracciò la mamma , la riempì di affetto. La piccola Sophie si era svegliata e le aveva raggiunte , le guarda e sorrideva anche lei , poi sii buttò sulla mamma e si unì all'abbraccio. Erauna perfetta scena d'amore , quell'intreccio di braccia era la raffigurazione perfetta dell'amore più incredibile che una potesse provare per l'altra . Quell'abbraccio era la conclusione di un altro problema , anche se Damian era partito da pochissimo e quello non sarebbe stato l'ultimo .

Buona Lettura                                                                                     Christian Di Iorio

lunedì 13 aprile 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 14

Scena 14
"Un collega da sempre"

Il fischio del treno era fortissimo, quasi spaccava il vetro del finestrino che tremava pericolosamente . Nella cabina regnava un silenzio allucinante , interrotto ogni tanto dal rumore del whisky che scendeva giù nella bottiglia , fino alla gola del uomo seduto di fronte a Damian. 
Il silenzio tombale fu interrotto dall'uomo seduto al suo fianco con un <<"Dove sei diretto?, vedo che porti la divisa , proprio come me ">>.  Damian girò il capo verso il suo collega e rispose <<"Washington , prima di partire per il Vietnam mi aspetta un colloquio con il generale Mc. Kennedy">>. L'uomo seduto al suo fianco spalancò gli occhi e disse <<"Viet...Vietnam?">> Damian rispose <<"Si ... perché?">> <<"No perché un mio collega è tornato il mese scorso dal Vietnam, mi ha raccontato un po come si sta li ...purtroppo per te li non è un vero e proprio paradiso , l'aria è pesante , si sente puzza di morte costantemente ,lotterai per la sopravvivenza quasi tutti i giorni ,ti troverai faccia a faccia più volte con l'uomo che potrebbe essere il tuo omicida . Se riuscirai a tornare, verrai ricordato come un eroe, pochissima gente ci riesce , e quelle poche persone che ci riescono raccontano il luogo della loro missione come un vero e proprio inferno , dove non puoi voltarti un secondo perché rischi di essere ucciso ...">>. Damian lo guardava fisso negli occhi col pensiero fisso alla sua missione , deglutì lentamente poi aggiunse <<"Emh ...sapevo che in Vietnam non ero una passeggiata ma non pensavo fosse così...con le sole tue parole mi sono saliti i brividi su per la schiena ">>. L'uomo appoggiò una mano sulla spalla di Damian poi esclamò <<"Purtroppo noi non possiamo farci niente . I nostri superiori ci mandano li come se fossimo dei giocattoli , loro se ne stanno li, seduti con il loro sporco culo messo comodo su una sedia girevole , ci conducono alla morte ,inconsapevole delle miriadi di bambini che rischiano di rimanere senza padre , non pensano alle lacrime delle mogli , al dolore , non pensano a niente , per loro è tutto semplice , firmano una carta e finisce li , una riga di inchiostro nero ,ecco quanto valiamo ,un misero e insignificante scarabocchio messo su un foglio di carta ...">>. Damian aveva ascoltato con attenzione tutto il discorso del suo collega , fece un sospiro profondo , poi soffermò <<"Guarda , ancora non conosco il tuo nome , come ti chiami ?">>. L'uomo rispose <<" Luke Milton , scusa se non mi sono presentato ">>. Damian continuò <<"Piacere Luke io sono Damian Scott . Comunque , Luke, quando abbiamo deciso di fare il militare sapevamo a cosa andavamo incontro , sapevamo che avremmo camminato mano nella mano con la nostra morte per tutta la vita , sapevamo che saremmo stati costretti ad allontanarci dalla nostra famiglia , dai nostri cari. Sapevamo a cosa andavamo incontro , eppure lo abbiamo fatto, perchè l'amore per la propria patria supera qualunque cosa, essere coscienti di morire , ma di morire per la propria patria va ben oltre ogni valore morale immaginabile , l'orgoglio, la gloria ...sono tutte emozioni che una volta provate diventano una droga dalla quale dipendiamo e della quale non possiamo fare almeno .Io personalmente , anche se soffro sempre di più per ogni metro che mi allontano dalla mia famiglia , non mi pento della mia scelta perché se vado in guerra e combatto ,lotto e muoio in guerra , l'ho fatto per un valido motivo , l'ho fatto per mia moglie e per mia figlia , l'ho fatto per donargli un mondo di pace e serenità nel futuro ">>. Luke era affascinato dalle parole di Damian, lo guardava a bocca aperta , il suo ragionamento gli aveva aperto la testa , gli aveva fatto pensare ciò che non aveva mai pensato , la possibilità di donare di un mondo di serenità ai loro posteri . Erano due ore che stavano chiacchierando , all'improvviso si udì una voce gracchiante che usciva dalle casse impiantate vicino alla porta che diceva <<"Prossima fermata Washington">>. Damian guardò in faccia a Luke , quell'uomo aveva qualcosa che gli attirava attenzione , era come se lo conoscesse da sempre. Damian disse <<"E' la mia fermata devo scendere">> si alzò e incominciò a prepararsi .

Buona lettura                                                                                                     Christian Di Iorio

domenica 12 aprile 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 13

Scena 13
"L'apparenza inganna"

Alice e Sophie dormivano rilassate sul letto matrimoniale . Sophie era sulla parte di Damian , mentre Alice occupava la parte di sua competenza. Erano le nove di mattina , il sole era alto e attraversava il balcone e la tenda di cotone bianco per andare poi a baciare affettuosamente la guancia di alice sul cuscino .
Alice aprì gli occhi e se li strofinò con entrambe le mani , finalmente il mal di testa e il bruciore agli occhi gli era passato. Si girò per guardare Sophie che dormiva ancora profondamente appoggiata sul lato destro .
Alice si alzò lentamente dal letto , finalmente si sentiva bene , finalmente si sentiva viva . Il marito aveva ragione , rifugiandosi nell'affetto di sua figlia riusciva realmente a sentirsi meglio, la gioia e i sorrisi erano un toccasana per tutto il dolore che aveva passato .
Alice si incamminò verso la cucina con gli occhi ancora stracolmi di sonno . Trovò sua madre seduta sul divano con le braccia incrociate che guardava a terra pensierosa. Alice la salutò con un assonnato "Buongiorno" conditò da un sonoro sbadiglio . Sophie le rispose invece con un freddo <<"Siediti">>. Alice obbedì , ma non sapeva cosa avesse in mente la madre , forse voleva solamente parlare della discussione che avevano avuto ieri, oppure poteva qualsiasi altra cosa . Alice si sedette e si strofinò nuovamente gli occhi che le avevano incominciato a bruciare leggermente . Sophie alzò lo sguardo da terra e lo diresse verso sua figlia , la guardò con fare tenero e poi disse <<" Alice io avrei una proposta da farti , anzi avrei un consiglio da darti ...">>. Alice rispose <<Certo mamma continua ">>. Sophie continuò <<" Alice questi pochi giorni che sono stata qui ho visto di tutto , dal dolore incredibile che hai provato e che stai ancora provando , alla felicità che ti dona tua figlia , alla perdita di sensi che hai avuto ieri nel bagno da sola ... ho ragionato tanto su come vivete tu e Damian insieme alla piccola Sophie , la vita che ha scelto Damian forse non è la migliore per te e Sophie , magari tu e tua figlia meritate una famiglia tranquilla , una famiglia, più che altro unita dove magari il padre sia più presente ...forse non so se hai capito dove voglio arrivare ....ma ... volevo consigliarti di riguardare un pò la vita che fate tu e Damian ... e soprattutto se ne vale ancora la pena di continuare a soffrire ...pensaci un po ...">>. Come non detto gli occhi di Alice avevano ricominciato a bruciare e stavano per cadere di nuovo le lacrime . Non solo doveva sopportare il marito che era lontano in un luogo di guerra , ma ora la madre voleva anche che lo lasciasse , era diventata una situazione difficile,molto difficile. 
Alice sospirò poi rispose <<"Mamma , ma ti rendi conto di ciò che dici , tu mi stai dicendo di lasciare mio marito , di andarmene , di abbandonarlo e perché? Solamente perché fa il suo lavoro, magari non avrà scelto una vita facile , ma quattro anni fa , quando gli ho messo la fede al dito gli ho giurato fedeltà nel bene e nel male per tutta la vita , e intento rispettare questa promessa fino alla fine dei miei giorni ...">>. Le due si erano accigliate , nell'aria c'era aria quasi di sfida . Le due donne si guardavano fisse . Sophie era sorpresa dalla risposta della figlia , stava dimostrando di avere una forza d'animo incredibile , come la madre. Alice era sicura della sua risposta , amava suo marito follemente e non lo avrebbe abbandonato per nessun motivo al mondo .

Buona lettura                                                                                               Christian Di Iorio

sabato 11 aprile 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 12

Scena 12
"Il viaggio verso la morte"

Il taxi viaggiava a circa 85 Km/h e continuava la sua corsa verso la stazione . Erano quasi arrivati, mancavano pochi chilometri. Damian guardava fuori dal finestrino ,con lo sguardo fisso era distratto .
Il tassista rallentò con rallentò lentamente, erano arrivati .La stazione era grandissima, immensa.Fiumi di persone entravano e uscivano dalle porte dei treni . Damian aprì la portiera e uscì dal taxi . Poi aprì il portabagagli,scaricò la valigia e poi si diresse verso il finestrino anteriore destro della macchina, bussò con le nocche della mano e poi vi si calò per guardare l'autista in faccia .Il tassista abbassò il finestrino girando la manovella che si trovava sotto il vetro e guardò Damian negli occhi .Il militare esclamò <<"Grazie per il viaggio , è stato un piacere viaggiare con lei">> Poi prese qualche dollaro dalla tasca della e glieli poggiò sul sedile come mancia . L'autista abbassò lo sguardo verso i soldi e accennò un lieve sorriso , poi esclamò <<Mah , si rende conto di ciò che sta facendo ?">> Damian non capendo rispose <<"Penso di si ....sto solo ringraziando e dando la mancia a un ottimo autista">> L'uomo esplose in una grossa risata <<"ahahahaahahahahaha...no ,lei sta ringraziando e dando la mancia all'uomo che l'ha accompagnata all'appuntamento con la sua morte ...">> D'un tratto entrambi si fecero seri , l'aria si riempi di tensione, i due si guardavano con aria seria ma non parlavano. Il tassista prese i soldi e glieli appoggiò sul palmo della mano , poi ingranò la prima e se ne andò, Damian rimase pensieroso sul marciapiede con lo sguardo fisso su quei dollari sporchi.Li rimise nella tasca da cui li aveva presi e si diresse verso la biglietteria per fare il biglietto per il treno .Allo sportello c'era una giovane donna con i capelli lunghi e biondi , gli occhi marroni e un naso alla francese . La donna salutò il militare <<"Buonasera, come posso aiutarla ?">>. Damian le risposae cordialmente <<"Buonasera, volevo un biglietto per Washington D.C.">>. La donna gli disse <<"Va benissimo, mi dia le sue credenziali ">>. Damian rispose sorridente <<"Damian Scott , Data di nascita 24 agosto 1947">> La donna rispose<<"Ok, questo è il suo biglietto, sono 25 dollari grazie ">>. Damian pagò, ringraziò e poi si diresse verso il treno che lo avrebbe accompagnato a Washington. Il treno era di un verde scuro e aveva un'aria abbastanza vecchia. Entrò nel vagone di sua competenza e incominciò a camminare lungo il corridoio per cercare una cabina libera . Le prime erano tutte occupate, poi ne trovò una libera , era la cabina numero 17. All'interno c'erano già tre persone e c'era spazio solo per un'altra ,Damian. Sul sedile di destra erano seduti un uomo e una donna . La donna leggeva un libro dalla copertina incomprensibile, aveva gli occhiali poggiati sulla punta del naso . Era una donna sulla settantina , con i capelli bianchi e il viso riempito dalle rughe . Aveva un aria indifferente e non si era nemmeno accorta che Damian fosse entrato nella cabina . L'uomo a fianco invece reggeva una bottiglia di whisky mezza vuota e beveva in continuazione , puzzava in una maniera incredibile , ma la donna al suo fianco non faceva nemmeno una smorfia.
Sul sedile di sinistra invece era seduto un ragazzo che guardava fuori dal finestrino, non appena vide Damian si girò verso di lui e lo salutò <<"Buonasera">> Damian rispose educatamente e poi si sedette vicino a lui . Il fischio del treno si udì forte in tutte le cabine , il treno stava per partire .

venerdì 10 aprile 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 11

Scena 11
"Il sogno maledetto"

Alice era appoggiata delicatamente sul letto e dormiva,stava sognando o meglio stava raggiungendo Damian.
Si ritrovò all'improvviso in un pescheto con gli alberi pieni di fiori di tutte le sfumature più belle del rosa . Nell'aria si muoveva leggiadro, trasportato dal vento , il polline che creava un'atmosfera magica. Alice da lontano intravedeva un uomo, un bell'uomo robusto, e stranamente portava indosso una divisa .Alice si incamminò verso quell'uomo, ad ogni passo che faceva una farfalla le si posava addosso , era un luogo magico,Alice non sentiva più niente era semplicemente...felice . Era scalza e la terra e i sassolini sotto i piedi stranamente non le facevano male. Indossava un'abito di un bianco brillante, era senza una macchia era puro. Gli alberi formavano un vialetto al centro e Alice lo stava percorrendo. Il cielo non era ne azzurro come nelle ore diurne e ne blu scuro come nelle ore notturne, era una mescolanza di azzurri e di blu che creavano alla vista un senso di piacere . Alice aveva il capo pieno di petali rosa  che aveva trasportato il vento , e aveva fatto appoggiato dolcemente sui suoi capelli ricci . Alice camminava e l'uomo sembrava sempre di più avvicinarsi , si incominciavano a delinearsi i lineamenti della divisa ,e a quanto pare era una divisa militare. I bottoni dorati della giacca si illuminarono alla luce del sole e quasi accecavano la donna che si stava avvicinando . Alice cercò di mettere a fuoco per capire chi fosse , i lineamenti del volto incominciavano a delinearsi e quell'uomo assomigliava sempre più a Damian. Alice accelerava ad ogni passo, perché quell'uomo assomigliava sempre più a suo marito . Mancavano pochi metri, Alice si mise a correre , quello era suo marito , il cuore gli batteva forte , era proprio lui, era li che l'aspettava a a braccia aperte ,sorridente come non mai  .Lo raggiunse, si buttò tra le sue braccia , Alice si sentiva sicura , come non mai . Senza guardarsi nemmeno i due si baciarono . I petali incominciarono a volteggiare intorno ai due, il cielo cambiava tonalità in continuazione , le farfalle danzavano beate , era una scena di cui la natura stessa si stupiva .I due si guardarono in faccia, sorridevano entrambi , erano contenti . Damian però non parlava , era strano . Mentre si stavano guardando in viso , Damian si accasciò sulle braccia di Alice, la moglie gli teneva il busto con entrambe le braccia. All'improvviso Alice abbassò lo sguardo sulla schiena di Damian e notò che c'era una ferita da cui stava perdendo molto sangue , guardandola più attentamente si accorse che era la ferita di uno sparo. Alzo lo sguardo di scatto, nonostante avesse gli occhi già coperti dalle lacrime notò in lontananza un uomo con un fucile che si allontanava . Gli urlò contro <<"Fermo !!!">>. Ma ovviamente non servì a niente , l'uomo si allontanava indisturbato.Alice si arrese , alzò lo sguardo al cielo e incominciò a urlare <<"Aiuto!Aiuto! Hanno sparato mio marito ! Aiutatemi vi prego !">>. Nessuno rispondeva . Si arrese anche stavolta , fece scivolare delicatamente Damian a terra su un letto di petali,e appoggiò la sua testa sul petto del marito e incominciò a piangere .Le lacrime bagnavano e lavavano tutte le medaglie al valore del marito, intanto sotto il busto di Damian si era formato una pozza di sangue,di un rosso profondo.Alice gli strinse le mani , se le portò alle labbra e le baciò.D'un tratto quella scena bellissima era diventato il palcoscenico dell'incubo più brutto per Alice. Si era fermato tutto , le farfalle erano scomparse, il cielo era diventato grigio , i fiori erano completamente caduti tutti dagli alberi che ora erano spogli, il vento era diventato forte e e muoveva in disordine i capelli di Alice ,che intanto continuava a rimanere abbracciata forte al marito...
D'un tratto uscì da quella scena ,l'aveva interrotta un rumore di una risata .
Sentiva un peso sullo stomaco.Aprì gli occhi , era la piccola Sophie che era salita sul letto e si era seduta sulla pancia della madre. Sophie rideva , contagiò anche Alice che incominciò a ridere e scherzare , strinse la figlia in un abbraccio fortissimo ,quasi mortale . La madre di Alice ammirava compiaciuta dall'uscio della porta della camera , sorrideva anche lei .Però aveva il bisogno urgente di parlare con sua figlia per suggerirle un'idea che, col tempo , anzi , con il passare di molto tempo , l'avrebbe fatta sentire molto meglio .
Alice e Sophie continuavano a giocare sul letto e a ridere , finalmente si divertivano entrambe . Sophie sbadigliò e Alice allora decise di farle poggiare la testa sulla sua spalla e incominciare a cullarla.Incominciò a cantargli una ninna nanna , intanto la cullava dolcemente fra le sue braccia 
Sophie cadde in un sonno profondo in pochi secondi , poi Alice la distese sul letto , sul lato in cui di solito dormiva il padre , e le si distese a fianco e si riaddormentò anche lei in men che non si dica .
Intanto la madre di Alice , Sophie, era scomparsa dall'uscio di porta e aveva deciso di rimandare il dialogo con la figlia , aveva vissuto dei giorni bruttissimi , ed era meglio che quei pochi attimi di felicità se li viveva fino in fondo .

Buona lettura .                                                                                    Christian Di Iorio

Gottfried Benn, Lettera a Fritz Werner, 1949


                                                            Gottfried Benn
   
"Scrivere, non importa se in versi o in prosa, significa maneggiare le parole come pietre, come pietre nude, - un mestiere spietato!"

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 10

Scena 10
"Le prime incomprensioni"

Alice era li, distesa a terra, galleggiava in pace cullata dalla pozzanghera delle sue lacrime. Finalmente aveva trovato un po di riposo da tutto quel dolore .Era già più di mezz'ora che era svenuta.Sua madre ignara dell'accaduto, continuava a sbattere a pugni chiusi e urlare <<"Alice!Alice!">> vicino alla porta del bagno,si stava preoccupando moltissimo, sua figlia era chiusa in bagno da quasi un'ora e non le rispondeva. Non sapeva cosa fare , stava andando in panico, continuava a passarsi la mano tra i suoi capelli ricci ansiosamente. 
Intanto in bagno Alice stava riaprendo leggermente gli occhi , era tutto opaco, non riusciva a mettere a fuoco dove si trovava , sentiva solo un dolore allucinante alla testa e aveva una guancia bagnata , le orecchie gli fischiavano e gli davano terribilmente fastidio. Man mano che passava il tempo però l'offuscamento della vista diminuiva gradualmente e pian piano il fischio stava scomparendo , ma si stava sostituendo con un rumore molto forte e molto fastidioso , sembrava uno sbattere continuo , anzi lo era . Si sentivano dei colpi molto forti , quei colpi rimbombavano nelle orecchie di Alice , la disturbavano terribilmente . Intanto la vista era tornata normale e davanti a lei si presentava il lavandino, allora ricordò dove era e soprattutto perché era finita li. D'un tratto si udì una voce disperata che urlava a squarciagola <<"Alice !Ti prego aprimi!">>. Era sua madre che la stava cercando e bussava con forza vicino alla porta. Alice rispose con voce quasi nulla <<"Eccomi mamma sto arrivando ora apro">>. La madre si tranquillizzò. Non appena Alice aprì la porta Sophie la abbracciò con violenza e disse <<"Mi hai fatto prendere uno spavento incredibile, pensavo che avessi fatto qualcosa di pazzoide perché sono più di venti minuti che busso vicino a quella porta ma tu non mi rispondevi ! Cosa diavolo stavi facendo ?!">>. Alice rispose <<"Ero svenuta...stavo riposando...">>. Sophie sobbalzò e spalancò gli occhi <<"Come sei svenuta ?! dobbiamo correre in ospedale e capire perché sei svenuta , andiamo di corsa">>. La prese per un braccio , e la stava per condurre fuori , ma Alice con un colpo secco si liberò della presa e disse <<" Sto bene! Non ci vado in ospedale ! Sono svenuta solo perché ero stanca...">>. Sophie si accigliò <<" Una che sviene in bagno non penso che stia "bene come" dici tu ...">>. Alice le rispose<<"Sto bene , non serve andare in ospedale. Mi basta solo qualche ora di sonno">>. Sophie le diede le spalle all' improvviso, mentre si allontanava le disse <<"Alice ... fai quello che cavolo vuoi ...">>.
Alice aveva il mal di testa che la martellava,non aveva la forza per continuare quella conversazione.Si incamminò verso la camera da letto e una volta arrivata difronte al letto vi si buttò a peso morto sopra . Si mise sotto le lenzuola perchè ,nonostante facesse molto caldo, aveva la pelle d'oca per il freddo. Non appena si mise con la testa sul cuscino si addormentò ed entrò nel mondo dei sogni, stava andando a incontrare Damian.
La madre intanto era ritornata dalla nipote e si era rimessa a giocare con i lego . La nipotina le mostrava orgogliosa quello che aveva creato con qualche mattoncino,  ma lei non riusciva a stare attenta , era troppo preoccupata per la figlia, la impensieriva il fatto che la relazione che la Alice aveva con Damian , invece di dargli amore e felicità , la stava "uccidendo" nel vero senso della parola.

Buona Lettura                                                                                   Christian Di Iorio

giovedì 9 aprile 2015

Romanzo-Poi si vedrà-Scena 9

Scena 9
"Il tassista"

Damian piangeva e urlava disperatamente . Il solo pensiero che potesse essere stata anche l'ultima volta per vedere sua moglie e sua figlia era troppo doloroso .Le lacrime correvano veloci per le mani e per le braccia , bagnando le maniche e i polsini della camicia di lino bianco .La scena dell'ultimo sorriso di Alice gli si era stampata nel cervello , quell'immagine continuava a bombardagli la testa.Quella scena lo accarezzava e gli si ritorceva contro allo stesso tempo. Poggiò le mani sul sedile di pelle nera logorato dal tempo e distese la schiena sul sedile appoggiando la testa sul poggiatesta. Il tassista lo guardava dallo specchietto in maniera assillante , ne aveva visti molti così, ma quel militare aveva qualcosa di diverso, era realmente disperato, non smetteva di piangere. L'autista si passò una mano tra i lunghi capelli neri , poi fece un lungo respiro e disse <<" E' dura vero ? E' molto dura . lasciare la famiglia, tutti i tuoi cari , tua moglie, i tuoi figli...è tutto molto difficile, purtroppo la vita ci mette difronte a delle scelte, poi siamo noi a decidere come comportarci. Tu hai scelto la vita militare , ora purtroppo devi fare dei sacrifici lasciare tutto e tutti , per andare in un luogo che potrebbe anche essere la tua tomba">> Damian alzò lo sguardo verso lo specchietto e guardò l'autista negli occhi , il militare si asciugò gli occhi stracolmi di lacrime con i polsini della giacca e poi aggiunse <<"Si, è molto difficile, soprattutto per chi ha un animo debole , la vita da militare è dura ">>- si sbottonò un bottone della camicia e continuò-<<"decisi di intraprenderla perché mi piaceva l'idea di poter difendere la mia patria , l'onore del combattere per il proprio paese , mi piaceva tutto del militare.. poi partii per la mia prima missione , erano due mesi che ero sposato, fu bruttissimo, i primi giorni guardavo di continuo le foto della mia famiglia , mia madre, mio padre , mia moglie, e le inzuppavo di lacrime tutti i giorni . Passati i primi mesi incominci a distrarti leggermente , incominci a concentrarti sul motivo per cui sei li , e soprattutto vedi avvicinare il giorno del tuo ritorno.">>. Il tassista sembrava distratto , ma in realtà aveva seguito tutto il discorso perché poi aggiunse <<"Lo so signore , ho accompagnato moltissimi militari sia all'andata che al ritorno delle missioni, posso assicurarle che tutti si comportano allo stesso modo, lei però mi sembra diverso, non so perché ma mi suscita una sensazione strana, comunque fatto sta che la scena più bella è quando ritornano , nel mio taxi , proprio dove è seduto lei , guardano le foto nei portafogli in silenzio , sorridono, sospirano , si assentano , e il momento migliore è quando arriviamo a casa e riabbracciano la famiglia, cerco di rimanere il più possibile per ammirare quelle scene...">>. Damian lo interruppe<<" Mi scusi se glielo domando , ma lei non ha una moglie ?". Il tassista sospirò , poi si accarezzo i baffi e gli rispose <<"Guardi , ce l'avevo, fino a 21 anni fa , mia moglie purtroppo mi ha lasciato da solo , è morta in un incidente stradale, proprio mentre stavamo tornando a casa dopo una festa di matrimonio, quella dannata sera avevo bevuto troppo, non dovevo guidare porca troia! Sbandai all'improvviso e uscimmo fuori strada , andammo a sbattere contro una quercia . L'impatto fu violentissimo, io svenni e quando mi risvegliai mi ritrovai con dei medici intorno in una sala d'ospedale ... poi mi diedero la triste notizia ...mia moglie era morta sul colpo...">>. Damian guardava pietrificato l'autista e si meravigliava della capacità con cui riuscisse a trattenere le lacrime su un argomento così toccante . Damian pensò che forse era meglio cambiare discorso e domandò <<"Senta, da quanto tempo ha questo taxi ?">>. Il tassista si mise arridere e rispose <<"Beh...sono circa quindici anni , siamo rimasti solo io e lei , è tutto quello che ho , non ho una casa , non ho una famiglia , ma almeno ho una macchina !">>. L'uomo baffuto scoppiò in una grossa risata che aveva però un sapore molto amaro . Erano circa tre quarti d'ora che stavano viaggiando e Damian domandò <<"Ma quanto manca alla stazione ?">>. L'autista rispose con fare sarcastico <<"Cinque minuti e siamo arrivati">>. Dal finestrino si intravedeva qualche rotaia , stavano arrivando alla stazione , il Taxi sfrecciava indisturbato verso il treno che avrebbe condotto Damian a Washington , stava per partire per la sua missione , l'attesa saliva , la voglia di tornare indietro aumentava , ma , purtroppo , non si poteva più tornare indietro.

mercoledì 8 aprile 2015

Buongiorno di Christian Di Iorio

Guarda il cielo ,il sole,le stelle ,la luna e pensa che tutto quello che stai osservando ha milioni ,o addirittura miliardi di anni ,è come se tutto fosse già esistito , è come se tutto fosse infinito . Ti accorgi allora di quanto sia grande il creato e soprattutto della nullità della nostra esistenza .

Buongiorno.                                       Christian Di Iorio

Romazo-Poi si vedrà-Scena 8

Scena 8
"Il falso sorriso"

Il taxi si allontanava e lei non poteva fare niente, si ritrovava impotente a lasciar partire il marito.Alice si girò dietro, c'erano le due Sophie. La "piccola" la guardava sorridente ,piena di gioia. E' bello il modo in cui i bambini riescono a rimanere estranei anche in casi estremi e la cosa più bella è che riescono a influenzare anche chi li circonda. Infatti, Alice ora sorrideva guardando sua figlia ,anche se, il suo sorriso era bagnato di lacrime salate.Era , purtroppo, un sorriso falso, che riusciva a mascherare benissimo tutto il dolore che provava e che aumentava a ogni metro che percorreva il taxi.
Sua madre la guardava , cercando di capire come stesse. Alice riusciva a camuffare benissimo il suo dolore , infatti Sophie pensava che fosse riuscita a superare la partenza di suo marito. Purtroppo non era così , nonostante sorridesse le lacrime continuavano a cadere,lente, ma scendevano.
Sophie notò che era tutta bagnata  e le disse <<"Alice rientriamo dentro, mettiti qualcosa di asciutto.">> Alice obbedì.Rientrarono , Alice si diresse direttamente in bagno .Entrò ,chiuse a una mandata la porta , si mise di fronte allo specchio del lavandino , appoggiò le mani sul lavamani , si guardò allo specchio, quel meraviglioso sorriso era già scomparso, stava piangendo di nuovo a singhiozzi . Le lacrime cadevano nel lavandino , erano tante , Alice era sempre più debole , si inginocchiò di fronte allo specchio, era esausta , voleva morire in quel momento , voleva un po di pace e non sapeva come trovarla . Si sentiva abbandonata da tutti e tutto ,si sdraiò a terra ,guardava fissa il soffitto, gli occhi gli bruciavano terribilmente, stava ansimando, la testa gli era diventata pesantissima e gli faceva malissimo. Distese le braccia a terra a mo di croce latina , ora era veramente distrutta. Girò la testa verso destra, poggiò la guancia nella pozzanghera fatta dalle sue lacrime, e rimase a guardare la sua mano che pian piano si rilassava ,d'un tratto una sensazione di pace la pervase, tutto ciò che era intorno a lei si rimpicciolì, gli occhi si chiusero lentamente , tutto si oscurò all'improvviso.
Intanto, in salotto le due Sophie stavano giocando con i lego a terra , la piccola Sophie, fortunatamente, era all'oscuro di tutto e giocava tranquilla e spensierata .Anche la nonna si era fatta prendere dalle costruzioni e giocava insieme con la nipotina, ignorando però che Alice era in bagno già da un quarto d'ora.Le due si stavano divertendo , finalmente Sophie poteva passare tutto il tempo che voleva con la sua nipotina.
Era passata mezz'ora e la madre di Alice incominciò a preoccuparsi , guardava ansiosamente l'orologio,il tempo passava veloce, ma di sua figlia nessuna traccia . Prese la decisione di andare a dare uno sguardo in bagno per vedere cosa stesse succedendo. Disse alla nipote <<"Sophie continua a giocare nonna torna subito.">>. si incamminò verso il bagno . Tentò di aprire , la porta era chiusa a chiave , bussava forte, ma Alice non rispondeva . Sophie incominciò a preoccuparsi, non rispondeva nessuno. 

Buona lettura                                                                            Christian Di Iorio