mercoledì 27 gennaio 2016

Scena 29-Poi si vedrà- Un sogno simbolico

Scena 29

"Un sogno simbolico"


I soldati furono accompagnati in una stanza nella quale c'erano delle brande, che gli sarebbero servite per la notte. Damian non ci pensò due volte, si slacciò gli anfibi e si lasciò cadere sulla branda. I muscoli si rilassarono immediatamente, dopo tutto il cammino che avevano fatto era anche normale che cercassero riposo. Poggiò la testa sul cuscino riempito di foglie e in men che non si dica si ritrovò nel mondo dei sogni.
<<"Damian...Ehi ,dai svegliati, è tardi!">> <<"Dai Alice lasciami dormire , per una mattina che non vado al lavoro !">> <<"Si ma avevi promesso a Sophie che l'avresti portata al parco-giochi!">> si rigirò dall'altro lato <<"Dammi due minuti e sono sveglio...">> <<"Va bene , intanto ti preparo la colazione, ti aspetto in cucina">>. Damian aprì lentamente gli occhi, era nella sua stanza, la radio era accesa e trasmetteva il telegiornale delle 10:00, si sollevò e si sedette sul letto, la testa gli faceva terribilmente male, sentiva i muscoli atrofizzati e aveva una sonnolenza incredibile. Sulla gamba destra aveva una benda che gli stringeva intorno alla coscia. Slacciò la medicazione e vide la ferita, sembrava essere una ferita di un proiettile, provò a toccarla, ma niente, il dolore era acutissimo. Si mise in piedi ma camminava a fatica per via della ferita. Scese le scale con evidente difficoltà.<<"Damian, finalmente, siediti e fai colazione ">> disse Alice non appena lo vide in cucina. <<"Alice, cos'è questa ferita che ho sulla gamba ?">> <<"Come ? non ricordi come ti sei ferito? Non ricordi di quel cecchino, in Vietnam ?">><<"Sinceramente ...No">> <<"Ahh Damian stai invecchiando velocemente maritino">> ridacchiò Alice <<"Ma Sophie dov'è ?">> Alice si fermò di colpo. <<"Damian , come Sophie dov'è, stai scherzando vero ?">> <<"No, sto semplicemente domandando dove si trova mia figlia ">> <<"Damian realmente non ricordi che nostra figlia non c'è più da quasi cinque anni ormai ?">> << Ma... come... tu mi hai detto di scendere di fretta perchè dovevo accompagnarla al parco...">> <<"Oddio Damian...">> <<"Alice cosa c'è">> <<"Damian...ma...stai impazzendo">> <<"NO! Ricordo benissimo quello che mi hai detto!">> . Improvvisamente vide entrare dalla porta entrò una bambina con in mano una bambola con i capelli ricci, gridò <<"Papà!Papà! giochi con me ?">> <<"Certo Sophie, chiama anche mamma così giochiamo tutti insieme">> <<"Damian ma stai parlando da solo...">> disse Alice <<"NO! sto parlando con Sophie... >> <<Sophie è m...">> <<" NO! Non è morta , è li che chi mi sta chiedendo di giocare">> <<"Damian chiamiamo un dottore">> <<"ASSOLUTAMENTE NO, NON SONO PAZZO!">> D'un tratto come per istinto Damian prese il posacenere di vetro che era poggiato sul tavolo e lo scagliò contro Alice. La colpì dritto alla tempia, Alice si zittì e cadde a terra pesantemente. All'improvviso tutto scomparve. Alice,Sophie, la sua casa, tutto era scomparso e ora si ritrovava al centro di un'immensa stanza bianca , in un silenzio assurdo sentiva la voce del suo pensiero. La voce rassicurante di sua moglie disse <<"Chiudi gli occhi Damian">> <<"Alice, dove sei ? sento la tua voce ma non ti vedo">> <<"Ti fidi di me?">> <<"Certo">> <<Allora chiudi gli occhi e immagina un qualsiasi bel momento nel quale siamo felici tutti e tre e riaprendo gli occhi ti ritroverai immerso da spettatore in quella scena">> Damian ubbidì e non appena riaprì gli occhi si ritrovò nel luna-park nel quale aveva portato Alice e Sophie l'estate appena passata. Era una bellissima giornata e loro stavano giocando in piscina. La voce si risentì <<" Vedi come eravamo contenti tutti e tre insieme ? Ridevamo, scherzavamo, giocavamo e ci divertivamo. Il destino ci ha diviso fisicamente, ma il nostro legame è talmente forte da poterci rincontrare nei sogni, se non ci credi prova ad accarezzare un po Sophie e vedi se è vero ciò che ti dico">> Damian allora allungò la mano verso Sophie per accarezzarla.
Aprì gli occhi. Aveva il sole che gli baciava il petto e una parte del viso, la testa gli pulsava a ritmo col cuore, fece scorrere la mano sulla barba che si era infoltita, stropicciò gli occhi ed esclamò <<" Cazzo...">>.


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